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Filiera Corta

Effetto meteo sul consumo di bevande

Stando a un'indagine del Consorzio Distributori Alimentari il "fuori casa" nel 2011 sarà ricordato come l’anno del ritorno al passato in cui le vendite nel settore Ho.Re.Ca. registrava andamenti diversi in base alle condizioni metereologiche

Roma - Rallenta il passo il mercato delle bevande in Italia. Stando alle prime analisi il mercato dei consumi fuori casa nel 2011 sarà infatti ricordato come l’anno del ritorno al passato in cui le vendite delle bevande nel settore Ho.Re.Ca. registrava andamenti differenti in base alle condizioni metereologiche e in base al calendario. In pratica, anche a causa del momento di crisi, si consuma al bar quindi solo se fuori fa molto caldo, e se durante l’anno capitano più giorni festivi.

Il quadro di mercato è emerso dalla periodica indagine realizzata su 16mila pubblici esercizi dal Consorzio Distributori Alimentari (Cda), tra i più importanti gruppo indipendenti italiani di distributori di bevande, che da solo rappresenta il 12,6% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari.

Tra le tipologie di locali quelli a prevalente vocazione serale o notturna registrano un andamento negativo (-1,44% a volume), la ristorazione è sostanzialmente stabile mentre il canale bar si conferma quello con le performance migliori facendo registrare un +2,89% a volume.
Considerazioni diverse vanno fatte per quello che concerne l’andamento delle singole famiglie merceologiche dove tra le migliori performance si riconferma anche per il 2011 l’ottima crescita degli aperitivi alcolici che registrano un +12% a volume, confermando un trend ampiamente positivo che ha contraddistinto la famiglia negli ultimi anni.
Gli italiani sembrano preferire tra i vari momenti di consumo proprio quello dell’aperitivo che consente non solo la condivisione di momenti di socializzazione ma che anche (complice la crisi) di vivere il momento dell’aperitivo sia nella pausa del mezzogiorno o quello della sera come un sostitutivo del pasto. Questo grazie e soprattutto alla proposta di vari locali che accompagnano alla “bevuta” anche una buona proposta di snack e spuntini.
Le acque continuano a tenere bene, complice il rilancio del Vuoto a Rendere, così come le birre, che sviluppano ancora oggi circa il 30% del fatturato consortile, che registrano un leggero aumento rispetto al 2010 (+3,19% a volume). In leggera sofferenza invece le bibite gassate, che chiudono il 2011 con un segno negativo a -3,72%, e i succhi di frutta, -0,56%.

I superalcolici, registrano complessivamente delle performance modeste + 0,5% a valore e un + 1,0 % a volumi. Nel dettaglio, buone le performance dei Rhum (+ 2,15 %) che se pur con tassi di crescita inferiori rispetto ad alcuni anni fa si confermano al top delle bevande alcoliche più consumate. Tali performance sono motivate anche da un uso miscelato del prodotto che continua ad essere insieme alla Wodka (+ 8 %) particolarmente indicato per la preparazione di cocktail e di un bere mix che sembra particolarmente gradito ai giovani. Continua la tendenza negativa degli Whisky (- 9,87%) e di Cognac e Brandy (- 2%) che confermano una tendenza ormai in essere da alcuni anni.

il Gruppo CDA chiude il 2011 registrando un aumento dei consumi positivo, anche se lieve, pari allo 0,34% a volume rispetto al 2010, con un fatturato totale di 516 milioni di euro pari al +3,29% sempre rispetto all’anno precedente.

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