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Emergenza maltempo: scendono in campo i trattori degli agricoltori
Sin da queste ore quasi 10mila macchine agricole della Coldiretti sono mobilitate nella pulizia delle strade dal ghiaccio e dalla neve. Intanto la Cia fa i conti della spesa: a febbraio aumenti del 10% per le famiglie a causa delle brutte condizioni meteo
Roma- Anche l’agricoltura fa la sua parte per evitare un possibile blocco delle attività amministrative e imprenditoriali causate da un maltempo caratterizzato dalle neve e dal ghiaccio che sta colpendo la penisola e che potrebbe accentuare una lievitazione dei prezzi dei prodotti agricoli nei mercati. Per evitare dunque che la spesa delle famiglie, come da calcolo della Conferazione italiana agricoltori, possa superare i 517 euro nel mese di febbraio rispetto a una spesa media mensile di 467, da queste ore quasi diecimila trattori degli agricoltori della Coldiretti sono mobilitati nella pulizia delle strade dal ghiaccio e dalla neve per affrontare la nuova emergenza.
Il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini attraverso le strutture territoriali ha lanciato un appello a tutti gli agricoltori associati, dotati di mezzi idonei, affinchè collaborino con le amministrazioni comunali e provinciali per garantire condizioni di sicurezza ai cittadini nei Paesi, nelle città e nelle campagne. Su tutto il territorio nazionale si sono dunque messi in moto - sottolinea la Coldiretti - trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo per affrontare l’emergenza su decine di migliaia di chilometri di strade nelle campagne ed anche nei centri urbani, grazie alle tante aziende agricole situate nelle periferie delle città. La presenza diffusa degli agricoltori sul territorio - continua la Coldiretti - assicura un intervento capillare anche nelle aree critiche del Paese e scongiura il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle zone piu’ impervie, interne e montane. L’obiettivo – conclude la Coldiretti - è quello di togliere dall’isolamento le famiglie soprattutto nelle aree rurali ma anche quello di garantire l’alimentazione degli animali che rischiano di rimanere senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi sulle strade.
Allo stesso tempo, come detto, c'è chi fa i conti della spesa a causa di queste ondate di maltempo.
Il maltempo - spiega la Cia - fa lievitare la spesa delle famiglie italiane, non solo per il riscaldamento ma anche per la tavola. Così come il consumo di metano è cresciuto del 30 per cento nella prima settimana di febbraio rispetto allo stesso periodo del mese scorso, così il budget per il carrello alimentare è già lievitato del 10 per cento nel confronto con gli stessi giorni di gennaio. L’effetto “accaparramento”, insieme ai fenomeni speculativi sui prezzi di frutta e verdura, provocati dalle gelate nei campi e dalle difficoltà di distribuzione delle merci per i rallentamenti e i blocchi dei tir su strade e autostrade, hanno già portato incalza l'organizzazione agricola - a un esborso di 50 euro in più a famiglia rispetto allo scontrino mensile per cibo e bevande.
Considerato che la spesa per gli alimentari è pari mediamente a 467 euro al mese per nucleo familiare, vuol dire che gli italiani a febbraio ne spenderanno invece 517. Un aggravio già acquisito e destinato a salire ancora -prosegue la Cia- se neve e freddo polare continueranno a infuriare in tutt’Italia.
Allo stesso modo -osserva la Cia- è destinata a crescere ancora anche la stima dei danni all’agricoltura. Il maltempo è finora costato al settore primario 250 milioni di euro, che diventano 500 se si considera l’intera filiera dell’agroalimentare italiano, dal campo ai trasporti al dettaglio. E il peggioramento delle condizioni meteo nel week-end preannuncia nuovi problemi e ulteriori spese per i produttori.
Ad oggi sono ferme più di 50 mila aziende agricole e oltre 8 mila restano senza luce e gas. Inoltre -ricorda la Cia- il 30 per cento dei raccolti in campo aperto (cavoli, radicchio, carciofi, indivia e cicoria) è andato perso, completamente “bruciato” dal gelo. Poi vanno aggiunti i danni alle migliaia di strutture aziendali come serre, cascine, depositi, magazzini e stalle, danneggiate o crollate sotto il peso della neve. In più, ben il 5 per cento delle piante, tra alberi da frutta, olivi e viti, è stato distrutto, e sono già morti per il freddo eccessivo 10 mila animali, tra mucche, pecore, cavalli, maiali e polli. Infine c’è l’incremento “stellare” della bolletta energetica, visto che con le temperature siberiane, gli agricoltori devono ricorrere massicciamente al riscaldamento di serre e stalle.
“Gli agricoltori per fronteggiare il nuovo allarme maltempo, consumeranno - commenta invece Confagricoltura - il 30 - 40% di energia in più. Mentre fanno il conto alla rovescia in attesa della tempesta di neve che viene dai Balcani, battezzata Blizzard, stanno approfittando della tregua maltempo per mettere in sicurezza i tetti dei capannoni, sgombrando dalla neve anche i tetti delle case e lavorando per migliorare accessi e viabilità interna nelle aziende, mentre stoccano mangimi e foraggi”.
In Veneto, gli agricoltori - spiega ancora l'organizzazione agricola - sono pronti ad utilizzare, esclusivamente per le colture di pregio (vivai di viti e frutteti, in particolare kiwi), l’effetto Igloo. “Sono gli impianti d’irrigazione specifici anti-gelo, che creano una copertura di ghiaccio all’interno della quale la temperatura non scende sotto lo zero – spiega nel dettaglio Confagricoltura -. Lo stesso principio viene sfruttato da attrezzature che diffondono vapore acqueo che si ghiaccia, creando una coltre protetta”.
Gli allevatori - aggriunge Confagricoltura - stanno attrezzando le stalle aperte con tamponature d’emergenza, per limitare la circolazione dell’aria gelida. Soprattutto, nelle province di Forlì, Cesena e Rimini, che dovrebbero essere interessate dal picco della tormenta, già con 40 centimetri di neve, grossi problemi avranno le consegne, in particolare per la IV gamma, se si ripeterà il divieto dei trasporti per i mezzi pesanti. “Per gli avicoli (una consistenza di 60 milioni polli da carne, 3 milioni 400mila galline ovaiole e 950 milioni di uova l’anno) – sottolinea L’Organizzazione -, è necessaria una temperatura costante e per non smettere la produzione di uova ci si sta attrezzando perché non geli l’acqua”.
In Mugello (Toscana) si è già a -14 e si prevedono temperature ancora più basse. “Il problema è sgelare i tubi e l’approvvigionamento acqua è diventata un’emergenza così come l’antigelo addizionato al gasolio – riporta Confagricoltura - lo sgombero della neve e lo spargimento del sale per le strade provinciali e interprovinciali è appaltato agli agricoltori. In Abruzzo, dove Confagricoltura ha già chiesto lo stato di calamità, gli agricoltori, per quanto possibile, hanno fatto scorte di carburanti, foraggio e mangimi, ma le situazioni allarmanti sono legate alla viabilità interna. Nel Lazio, a Frosinone, già fortemente provata dalla precedente ondata di maltempo, il timore per l’ondata di Blizzard è forte. Confagricoltura ha già attivato una propria unità di crisi per monitorare i danni strutturali subiti dalle aziende: la gran parte le strutture con tetti di lamiera sono crollate, tra cui quelle di molti allevamenti di bufale e gli animali, senza più ricovero sono sotto la neve. La Regione ha concesso un aumento del 60% del carburante agevolato, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli della Ciociaria, invita a superare i problemi burocratici:”L’emergenza è tale che numerose aziende agricole sono già costrette ad utilizzare gruppi elettrogeni alimentati a gasolio, perché in molti paesi della provincia manca ancora l’elettricità”.
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