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Energie rinnovabili: fissato al 10% l'utilizzo della superficie agricola
Con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri possono essere installati impianti che producono al massimo un megawatt
Roma - Approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legislativo di recepimento della direttiva Ue sulle fonti rinnovabili. Il testo che ha avuto il via libera prevede il mantenimento degli aiuti, allo stesso tempo scompare il tetto degli 8.000 MW di fotovoltaico come limite al sostegno economico e giugno si procederà a una rimodulazione del sistema per gli impianti allacciati alla rete dopo il 31 maggio 2011.
Per i terreni agricoli è stato fissato al 10% l'utilizzo della superficie e a un MW di potenza, regola che non vale per i campi abbandonati da almeno 5 anni. Sul fronte certificati verdi il taglio è del 22% (era il 30% nella iniziale proposta).
Soddisfazione per l'approvazione è stata espressa dal ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan. “Oggi è stata fatta - ha detto - l’azione più favorevole per il mondo agricolo degli ultimi decenni con il decreto legislativo sulle energie rinnovabili”. L’Italia – ha spiegato il Ministro - ha deciso di rispettare gli impegni internazionali e quindi di destinare risorse per l’incentivazione delle fonti di energia alternative e rinnovabili. Il successo deriverà da un mix: un tot di nucleare, un tot di rinnovabili e un tot di energie tradizionali. All’interno delle rinnovabili c’è un ulteriore mix. Le pale eoliche certamente sono un problema per tanti nostri paesaggi, quindi, ci sarà più energia fotovoltaica, idroelettrica e da biomasse. Il governo ha deciso che l’Italia si atterrà ai patti europei dando incentivi alle rinnovabili. Quella che oggi abbiamo fatto è una modulazione. Questo modestamente è un decisivo contributo del mio Ministero e gli incentivi andranno in buona parte agli agricoltori. Non permetteremo i grandi campi fotovoltaici che sono una bestemmia dal punto di vista paesaggistico ed un insulto all’agricoltura, visto che sottraggono grandi superfici. Ora, il metro per dare un reddito agli agricoltori sarà quello di permettere di installare impianti che producano al massimo un megawatt e non occupino più del 10% della superficie agricola. I pannelli fotovoltaici, inoltre, dovranno essere posti a due chilometri di distanza uno dall’altro”.
“Prima l’Italia – ha aggiunto Galan - incentivava le fonti rinnovabili, ma i benefici non andavano al Paese. Si tratta dei soldi dei cittadini italiani che prima andavano principalmente ai fondi internazionali o alle multinazionali. Adesso, invece, questi fondi andranno in buona misura agli agricoltori con possibilità fortissime di incremento del reddito. Gli agricoltori, dunque, hanno di fronte un'opportunità che va colta senza indugi”.