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Enologia: arriva sul mercato il vaso vinario in cocciopesto
Proposto a Verona, nel corso di Vinitaly (22-25 marzo), il vaso vinario in cocciopesto, un nuovo strumento di lavoro per l’enologia finalizzato a migliorare tutte le fasi di produzione, fermentazione e affinamento del vino. Il progetto, messo a punto dalla Drunk Turtle di Ponsacco (Pisa), nasce- spiegano i responsabili dell’azienda- per superare i limiti del metodo dei contenitori in cemento (materiale non troppo nobile), della botte (difficile da pulire), della barrique, delle anfore (piccole dimensioni) e dell’acciaio (freddo ed antiestetico).
Il vaso vinario ovoidale, realizzato in maniera naturale con una miscela composta da fermenti laterizi macinati, sabbia, legante cementizio in bassa percentuale e acqua declorata, facilita- sostengono i titolari della Drunk Turtle, la condensazione dei gas della fermentazione e la creazione di moti convettivi utili al mosto oltre al lasciare, da un punto di vista estetico, un segno gradevole in una sala di vinificazione. Sempre in un’ottica qualitativa l’azienda toscana propone anche un vaso vinario in getto cemento 525 (sabbia lavata, fibre di rinforzo naturali e acqua non clorata. Per entrambi i prodotti non viene utilizzata la gabbia metallica interna in modo da evitare la formazione di dannose correnti elettrostatiche. Il prezzo per il prodotto in cocciopesto va dai 6mila per raggiungere la cifra dei 7.830 euro compesa Iva. Per il cemento si parte dai 4mila per arrivare i 4.650 euro