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Expo 2015: presentato l'Atlante Geologico dei Vini d’Italia
Presentato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) l’Atlante Geologico dei Vini d’Italia, edito da Giunti. Il volume, illustrato a Expo 2015, è curato per la parte vino da Attilio Scienza (Università di Milano), Diego Tomasi e Federica Gaiotti (Crea Viticoltura ed Enologia), Federico Graziani (sommelier), mentre alla parte suolo e clima hanno contribuito la geologa Alessandra Giorgianni (Università di Palermo), il cartografo Paolo Carnevali, l’agronomo Luigi Mariani (Università di Milano).
La pubblicazione riconduce l’unicità dei nostri vini alle particolari caratteristiche pedoclimatiche dei suoli italiani. Infatti, è proprio nella terra, tra le sue lontane origini geologiche e lo stato attuale, che si celano- si spiega in una nota- i segreti della nostra indiscussa e irripetibile qualità enologica.
Le eccellenze italiane partono dalle Valle d’Aosta e dal Collio e, seguendo le tracce geologiche, attraversano l’intera penisola terminando giù alle estreme propaggini e alle isole minori. Tuttavia, il suolo non basta: occorre anche abbinarvi il giusto vitigno nonché la passione tenace del viticoltore.
L’Atlante- si legge ancora- nasce dall’urgente necessità di valorizzare le risorse naturali della nostra viticoltura e rappresentate dal terroir. Intende essere uno strumento operativo per contrastare la banalizzazione del gusto ed evitare che il vino diventi una bevanda alcolica senza anima, uniforme e artificiale. Proprio per questo - secondo gli autori dell’Atlante - il modello italiano, per essere competitivo sul mercato globale, si dovrà sempre più fondare su realtà produttive fortemente legate al territorio, alternative al gusto omologato dei vini internazionali.