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Falsa partenza per i prezzi agricoli
In flessione nel mese di gennaio i cereali (-1,9% su dicembre), frutta (-0,7%), sementi e coltivazioni industriali (-0,8%), mentre aumentano le quotazioni di ortaggi (+3,2%) e vini ( +0,4%)
Roma- Il 2013 parte con il segno meno per i prezzi agricoli. Gennaio - rileva l'Ismea - ha fatto segnare una flessione mensile dell'1,2%, determinata da un calo dell'1,4% dell'aggregato zootecnico solo parzialmente controbilanciato da un più 0,3% delle coltivazioni. L'indice dei prezzi elaborato dall'Ismea si è attestato a 144,3 (base 2000=100), facendo registrare un incremento dell'11,1% rispetto al gennaio 2012.
Tra le colture vegetali, flettono nel mese i prezzi di cereali (-1,9% su dicembre), frutta (-0,7%), sementi e coltivazioni industriali (-0,8%), mentre aumentano le quotazioni di ortaggi (+3,2%) e vini ( +0,4%). Prosegue a ritmo sostenuto il recupero degli oli di oliva che in un mese hanno messo a segno un progresso del 10%.
Il confronto annuo evidenzia per tutte le coltivazioni divari positivi a due cifre, con un aumento generale del 20,3% sul gennaio 2012. Più in dettaglio si registrano variazioni positive del 14% per i cereali, del 18,2% per la frutta, del 34,1% per gli ortaggi e del 16,5% per le colture industriali.
Ancora più rilevanti gli aumenti su base annua per i vini (+31,5%) e gli oli di oliva (+40,3%), con questi ultimi che a gennaio 2012 avevano però toccato livelli di prezzo particolarmente contenuti.
Riguardo all'aggregato zootecnico, la dinamica negativa mensile riflette i ribassi sia dei lattiero caseari (-0,3%), che del bestiame vivo. Flessioni di un certo rilievo si registrano per gli avicoli (-9,3% su base mensile), a seguito dei fisiologici assestamenti tra domanda e offerta, con riduzioni anche per ovi-caprini (-8,7%), conigli (-6,2%) e uova (-3,2%). Aumentano invece i prezzi dei suini (+1,1%) e del bestiame bovino (+0,9%).
La dinamica tendenziale segnala per tutte le produzioni zootecniche un incremento dei prezzi dell'1,8% sul gennaio 2012. Positivo solo il contributo del bestiame vivo (+8,2%) , mentre arretrano del 5,4% i prezzi dei lattiero caseari.