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Federvini: nel 2020 vini -29% e spiriti -34% nel consumo fuori casa

Il risultato è il frutto dell’analisi di una sommatoria di canali e di tipologie di consumatori differenti, che in modo diverso influenzano la domanda

Roma-  E' prevista una chiusura d’anno pari a -29% a valore rispetto ai consumi del 2019 per il vino in bottiglia. A ipotizzarlo è Federvini sull’andamento previsionale del consumo di vini e spiriti nel fuori casa. Lo studio è stato affidato alla società di analisi TradeLab. La riduzione significativa, ma comunque inferiore - spiega una nota-  rispetto alla stima realizzata per il mercato del fuori casa complessivo (-33% per tutto il food&beverage). Il risultato è il frutto dell’analisi di una sommatoria di canali e di tipologie di consumatori differenti, che in modo diverso influenzano la domanda.

Per il comparto della ristorazione, tra i più attivi tradizionalmente nell’erogazione del prodotto vino nel mercato dei consumi fuori casa, si ipotizzano risultati migliori rispetto ad altri canali, soprattutto per i locali di fascia medio alta: essi contribuiscono per il 40% al valore totale del venduto con un impatto previsionale del -26%. I ristoranti di fascia alta – generalmente frequentati per la cena – stanno reagendo un po’ meglio (-25%) rispetto a quelli di fasce inferiori, abitualmente dedicati al pranzo (-30%) e penalizzati dalla diffusione dello smart working, specialmente nelle grandi città.

Punto di debolezza decisivo è rappresentato dalla evidente riduzione del turismo proveniente dall’estero. In questo caso l’impatto sui consumi è pari al -63%. Questa voce è tra quelle che potrà subire nei prossimi mesi le variazioni più significative, in meglio o in peggio, proprio a causa dell’evoluzione globale della pandemia e delle eventuali restrizioni negli spostamenti. La variazione delle vendite del vino a valore nel 2020 avrà un andamento a ‘V’: ad aprile si è registrato il picco negativo (-90%) con una inversione di tendenza da giugno per chiudere a dicembre a -6%.

La situazione del comparto spiriti è, se possibile, ancora più negativa. Si ipotizza una chiusura del 2020 pari al -34%. Purtroppo, un record tutt’altro che positivo all’interno del mondo del “fuori casa” a causa essenzialmente delle norme riguardanti il distanziamento sociale. L’impatto maggiore si registra nel contesto dei locali serali e notturni, nei quali si concentra la gran parte delle vendite: discoteche e ‘bar serali’ realizzano, infatti, il 33% dei consumi totali. Quest’anno si prevede un vero e proprio crollo pari a -63% (discoteche) e -31% (bar serali), con gli ultimi che stanno reagendo meglio grazie a particolari occasioni di consumo quali gli aperitivi, che forniscono peraltro un po’ di ossigeno supplementare anche al comparto vini e spumanti. Pure in questo caso, l’evoluzione della pandemia e le conseguenti misure saranno determinanti in positivo o in negativo.

 

L’andamento del settore spiriti è simile a quello registrato per i vini, seppur con maggior flessione: un picco negativo del -97% in pieno lock-down e una risalita decisamente lenta che culmina a fine 2020 con una stima di contrazione tra il -20 % e il -15%

in data:03/08/2020

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