Agronews
Food porn, passione per un italiano su tre
Secondo una prima indagine Coldiretti-Ixe’ sui cambiamenti delle abitudini alimentari il 19% posta qualche volta foto di piatti, il 9% lo fa spesso ed il 2% regolarmente
Roma- Il food porn spadroneggia a tavola. Un italiano su tre (30%)- secondo una prima indagine sui “Cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani” di Coldiretti e Ixe’ presentata al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio (14-15 ottobre)- posta foto dei piatti serviti al ristorante o preparati in cucina e, tra questi, il 19% lo fa qualche volta, il 9% spesso ed il 2% regolarmente. Il dato- per l’organizzazione agricola- è la testimonianza del valore della cultura del cibo che si è affermata come momento di socializzazione anche sul web.
Non è un caso- si precisa in una nota- che il 25% degli italiani partecipa a community/blog/chat in internet centrate sul cibo proprie o di altri. E il web – incalza Coldiretti- diventa anche un luogo di confronto per le scelte con il 53% degli italiani che almeno qualche volta lo ha utilizzato per confrontare prezzi o raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari. La passione per il cibo – prosegue ancora Coldiretti - emerge anche dal seguito dei programmi televisivi di ricette e cucina o di gare tra chef che vengono seguite regolarmente dall’11% degli italiani e spesso da un altro 26%. Il 41% degli italiani considera entusiasmante il mestiere di chef mentre il 26% lo giudica è prestigioso.
Non deve dunque sorprendere – si spiega nel particolare- se per la metà degli italiani è proprio il cibo è il vero simbolo del Made in Italy che lo rappresenta meglio della moda (22%) e della produzione artistica e culturale (16%) mentre appena il 6% indica il design ed il 3% le auto. E non è non è un caso- conclude Coldiretti- che il 30% degli italiani ritiene che l’agricoltura sia il settore in grado di garantire in futuro maggiore ricchezza ed occupazione rispetto al 25% che indica l’industria, il 22% l’artigianato e il 20% la cultura.