Agronews
Francia e Finlandia sposano il sistema dei "semafori in etichetta"
Il tema dei“semafori” in etichetta torna di attualità. A segnalare la problematica è Assolatte. I produttori del comparto segnalano in una nota che mentre il rinnovo delle cariche europee ha “congelato” la discussione sulla procedura di infrazione contro la Gran Bretagna, nuovi paesi “sposano” questo discusso sistema di etichettatura, che assegna a ogni alimento un rating colorato (verde, giallo, rosso) legato al contenuto di alcuni nutrienti considerati critici per la salute pubblica.
Francia e Finlandia- dice Assolatte- hanno annunciato la volontà di introdurre un sistema di etichetta nutrizionale ispirato agli “hybrid traffic lights”, la Nuova Zelanda ha appena varato un sistema volontario di rating nutrizionale dei cibi mentre l’Ecuador ha già adottato il modello britannico segnalando con appositi colori l’alta presenza di sale, zucchero e grassi.
Questo schema di etichettatura- sostiene ancora Assolatte- è privo di consistenza scientifica ed è in contrasto con l’obiettivo di armonizzazione delle regole Ue in materia d’informazione ai consumatori. Inoltre Assolatte lo ritiene ingannevole poiché attribuisce il codice rosso a molti alimenti, senza tener conto delle loro specificità nutritive. Il paradosso – sottolinea l'associazione dei produttori - è che il sistema dei “semafori” non solo rischia di mettere in infrazione il governo inglese, ma sembra essere inefficace perché non convince i consumatori britannici ad adottare abitudini alimentari più sane. Il fatto che sull’etichetta prevalga il colore rosso non sembra infatti far desistere gli inglesi dall’acquisto di un alimento. Viceversa, non basta un semaforo verde per far finire un prodotto alimentare nel loro carrello della spesa.
Comunque sia - conclude l'associazione- le vendite di tutti i formaggi italiani - da quelli Dop (come Gorgonzola e Grana Padano), a quelli tradizionali (come mozzarella e provolone) per finire con quelli più innovativi (come i formaggi spalmabili) - continuano ad aumentare. Tra gennaio e aprile 2014, l’export di formaggi dall’Italia alla Gran Bretagna è cresciuto a volume del 7,8%. Una bella performance che arriva dopo un 2013 altrettanto positivo, che si è chiuso con un bel +8,6%, facendoci sfiorare la cifra record di 29.000 tonnellate di formaggi esportati. Un dato che fa della Gran Bretagna il quarto mercato di sbocco assoluto per le imprese casearie italiane.
Articoli Correlati
Etichetta “a semaforo”, tutti contro la Gran Bretagna
“Verde-giallo-rosso” , l’Italia perde la pazienza sui bollini alimentari inglesi