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Gelato, sarà l'estate del gelato 4.0
La produzione di gelato italiano- secondo Cna- è stimata in crescita del 10/12%. Il mercato vale due miliardi con circa 40mila addetti
Roma- Sostenibile e salutista. Raffinato ai fiori edibili e tradizionale con materie prime a denominazione garantita. Gastronomico e reso spumoso dal sifone. Sarà l’estate del gelato 4.0 che coniuga alta qualità, tecnologia e (più che) un pizzico d’ingegno. Nel 2016 l'Italia ha per la prima volta ottenuto il primato produttivo continentale. E nel 2017 ha migliorato ulteriormente la sua performance. Complice una stagione calda più secca e più lunga della norma, che ha fatto esplodere i consumi, la produzione di gelato italiano è stimata in crescita del 10/12% da una indagine del Centro studi Cna in collaborazione con Cna Agroalimentare condotta tra gl’iscritti alla Confederazione.
In complesso- si legge in una nota- , il 2017 dovrebbe archiviare una produzione italiana superiore ai 660 milioni di litri contro il precedente record di 595 mln del 2016, il 19% del totale europeo. Per intendersi, l’equivalente ogni giorno di un treno con 60 container a bordo. Dietro l’Italia – rileva l’Eurostat, l’istituto statistico europeo – nell’ordine si erano piazzate Germania (515 mln), Francia (454 mln), Spagna (301 mln) e Polonia (264 mln). Per rendere l’idea della performance, fino al 2010 il nostro Paese era quarto, alle spalle di Germania, Francia e Regno Unito. Poi per quattro anni è stato secondo e infine il primato, strappato ai produttori tedeschi appunto nel 2016.
Il mercato mondiale del gelato attualmente vale 15 miliardi di euro, secondo l’Osservatorio Sigep, con un tasso di crescita annuo del 4%. Quello europeo – fonte Unioncamere - si ferma a nove miliardi con 150mila addetti. Il mercato italiano vale due miliardi con circa 40mila addetti: la produzione è per un terzo industriale, per due terzi artigianale. Il giro d’affari del gelato artigianale si situa, quindi, intorno al miliardo e mezzo con circa 30mila addetti. Quanto ai consumi, nel 2017 in Italia ogni adulto avrebbe mangiato tra i 6,5 e i sette chilogrammi di gelato. Un dato, però, sicuramente influenzato dai forti consumi di turisti stranieri.
Sul fronte dell’export, invece, l’Italia perde colpi. Sempre secondo l’Eurostat, nel 2016 le esportazioni italiane del settore si sono fermate a 223 milioni, praticamente la stessa cifra del 2010, segnando un calo di valore superiore al 16%. Viceversa, la Germania ha esportato gelati per 401 milioni, la Francia per 398 milioni, il Belgio per 350. Numeri che a qualche osservatore hanno fatto paventare per il gelato lo stesso percorso di una strada purtroppo già battuta da pizza ed espresso. Prodotti italiani di eccellenza riconosciuta, talmente globalizzati da perdere la connotazione originaria sui mercati mondiali, divenuti spesso appannaggio di anonime industrie con sede a migliaia di chilometri dalla Penisola.
La mappa nazionale
La Camera di commercio di Milano, elaborando i dati del Registro delle imprese 2016, ha incoronato Roma regina del gelato con 1400 attività e 4200 addetti. A completare la top ten, nella classifica per attività seguono Napoli (933), Milano (783), Torino (732), Salerno (529), Bari, Brescia, Palermo, Venezia e Catania. Nella graduatoria per addetti vengono Milano (2960), Napoli (2494), Firenze (2450), Torino (2443), Bari, Salerno, Venezia, Brescia e Palermo.