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Germania, Regno Unito e Usa i big spender enologici
L’Italia è leader nel mercato statunitense e tedesco, sia in volume che in valore detenendo, rispettivamente, il 29 ed il 35% delle quote di mercato
Roma – Germania, Regno Unito e Usa sono i più grandi importatori mondiali di vino concentrando quasi il 40 per cento della domanda internazionale. In questo contesto il Belpaese è leader nel mercato statunitense e tedesco, sia in volume che in valore detenendo, rispettivamente, il 29 ed il 35% delle quote di mercato. A ruota dei tre grandi importatori mondiali, si stanno affermando Russia e Cina, con un quantitativo poco al di sotto dei 5 milioni di ettolitri nel 2012 per la prima (817 milioni di euro in valore) e di circa 4 milioni di ettolitri per la seconda (1,2 miliardi di euro in valore).
I dati emergono da un’analisi Ismea. Sulla base dello studio dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare la dinamica dell'ultimo anno vede un balzo di circa il 14% sia nei volumi sia nei corrispettivi monetari negli States, a fronte di un deciso passo indietro delle quantita' acquistate in Germania (-7%) seppur con un mantenimento della spesa sui livelli dell'anno precedente. Nel Regno Unito la flessione degli ettolitri (-5%) fa incece eco un incremento degli esborsi del 10%. Come detto l'Italia e' leader nel mercato statunitense e tedesco, sia in volume che in valore. Negli Usa detiene una quota pari al 29% del mercato, davanti alla Francia e all'Australia, mentre nel Paese teutonico copre il 35% della spesa, posizionandosi davanti al concorrente transalpino in termini monetari e alla Spagna in termini quantitativi. Nel Regno Unito il primato spetta alla Francia con un giro d'affari all'export che e' oltre il doppio di quello italiano (1,4 mld di euro nel 2012 contro i 570 milioni della Penisola), nonostante i quantitativi di vino tricolore spediti oltre la Manica siano di gran lunga maggiori. Alle spalle dei tre grandi importatori mondiali si stanno affermando Russia e Cina, con un quantitativo poco al di sotto dei 5 milioni di ettolitri nel 2012 per la prima (817 milioni di euro in valore) e di circa 4 milioni di ettolitri per la seconda (1,2 miliardi di euro in valore). Per entrambi i Paesi il 2012 ha visto aumentare la spesa di vino e mosti di oltre il 18%, mentre in termini quantitativi e' solo il gigante asiatico a registrare un avanzamento (+8% sul 2011).
< p>Viene inoltre ricordato che in solo sette anni l'import cinese si e' decuplicato, passando dai 500 mila ettolitri del 2006 ai quasi quattro milioni attuali e balzando dal ventesimo al quinto posto nella classifica dei paesi importatori. In testa negli acquisti in Cina e' soprattutto la Francia che detiene una quota pari alla meta' del totale della spesa cinese di vino straniero. Subito dopo anche l'Australia e il Cile, con un rinnovato protagonismo da parte del Paese sudamericano nella fornitura di vino sfuso, dove rincorre il primato temporaneamente ceduto alla Spagna. Il vino italiano oltre la Grande Muraglia e' ancora lontano invece dal giocare un ruolo di prim'ordine, con una quota pari all'8% in volume e al 6% in valore, quasi stabile negli anni, nonostante la tendenza alla crescita dell'import dall'Italia. Decisamente migliore la posizione competitiva nel mercato russo, dove l'Italia resta leader in termini di valore, distaccando di poco la Francia, e si colloca al secondo posto per le quantita' riducendo molto nell'ultimo anno il gap con la Spagna.