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Gli spumanti “alternativi” si sdoganano. Per il Durello dopo Milano arriva Roma
Premiati dal mercato e dai consumatori con una crescita del 5% gli autoctoni sfidano sempre più i “ tradizionali” con campagne di divulgazione sul prodotti in ristoranti, enoteche e wine bar
Roma- Il mercato sembra cominci ad apprezzare i vini spumanti di territorio, meglio conosciuti come autoctoni o “alternativi”. In base agli ultimi dati Iri gli autoctoni, classificati come “altri”, sarebbero in crescita nei consumi di un+ 5% a fronte di un +3% degli spumanti classificati come “tradizionali”. La conferma della tendenza arriva anche dal recente studio di Wine Monitor Nomisma presentato a Roma in occasione del del Durello&Friends, evento itinerante dedicato alle bollicine autoctone nate sulle colline di Verona e Vicenza e in programma nella Capitale dal 7 al 30 novembre. Secondo l’indagine, compiuta su un campione di circa mille consumatori di vino compresi tra i 18 e i 65 anni di età e promossa dal Consorzio di tutela vino Lessini Durello, nove consumatori su dieci sarebbero disposti ad acquistare uno spumante alternativo versando anche un sovraprezzo rispetto a quanto oggi pagato in media per una bottiglia di bollicine. La definizione di “alternativo” per i consumatori deve essere invece attribuita quando ci si riferisce a una zona di produzione circoscritta e quando sussiste un’appartenenza a una denominazione e produzione da vitigni autoctoni.
Lo scenario di mercato quindi per questa tipologia di spumante, compreso il Durello, sarebbe più che favorevole. Ecco dunque che il prodotto enologico prodotto sui Monti Lessini in provincia di Verona e Vicenza (300Ha, vino certificato 4500Hl, 650mila bottiglie prodotte, dati produttivi 2014, 22 aderenti al Consorzio di tutela) tenta un ulteriore “sdoganamento”, dopo il credito dei consumatori, approdando sul mercato capitolino con un appuntamento ad hoc denominato “Discover Durello” dopo il successo dello scorso anno conquistato a Milano. L’iniziativa, organizzata in dodici location delle città (wine, bar, enoteche, ristoranti), prevede – si legge in una nota- format innovativi finalizzati a raccontare le bollicine autoctone di Verona e Vicenza con un banco di assaggio di 23 case spumantistiche.