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Globalizzazione e stili di vita minacciano la dieta mediterranea
Secondo stime Fao oggi solo il 10% delle colture tradizionali locali viene ancora coltivato nella regione del Mediterraneo, mentre una gran varietà è stata sostituita da un numero limitato di non locali migliorate
Roma- Dieta mediterranea a rischio scomparsa. A denunciarlo è un nuovo rapporto realizzato dalla Fao e dal Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei, presentato ad Expo Milano. Lo studio illustra gli effetti negativi del cambiamento dei comportamenti alimentari nella regione del Mediterraneo e auspica un programma d'azione per promuovere delle diete più sostenibili in tutta la regione.
Secondo le stime oggi solo il 10% delle colture tradizionali locali viene ancora coltivato nella regione del Mediterraneo, mentre una gran varietà di colture tradizionali è stata sostituita da un numero limitato di colture non locali migliorate. In pratica- si spiega- la regione del Mediterraneo sta attraversando una "transizione nutrizionale" che la sta allontanando dalla sua antica dieta, a lungo considerata un modello per una vita sana e per sistemi alimentari sostenibili, in grado di preservare l'ambiente e favorire i produttori locali. La globalizzazione, la commercializzazione alimentare e il mutamento degli stili di vita - tra cui anche il cambiamento del ruolo delle donne nella società - stanno alterando- incalzano i ricercatori- i modelli di consumo nel Mediterraneo, allontanandosi da cibi quali frutta e legumi verso un maggior uso di carne e prodotti caseari.
Si auspica dunque che per mantenere in vita il modello dieta mediterranea, basato su olio vegetale, cereali, verdure, legumi ed un moderato consumo di pesce e carne, ci sia un aumento della collaborazione tra ricercatori e industria alimentare per sostenere modelli di consumo e di produzione alimentare che preservino risorse ed eredità culturali locali anche attraverso campagne di sensibilizzazione finalizzate ad incrementare la domanda di prodotti tradizionali mediterranei, cercando anche di integrare gli attuali trend alimentari ed abitudini dei consumatori con l'uso di prodotti locali in tutta la regione.