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Gradimento "adulto" per le merendine. Lo snack non piace solo ai bambini
Uno studio dell'associazione delle industrie del dolce e della pasta dimostra un apprezzamento dagli under 35, ma anche dai 40-50 enni. In testa la brioche
Roma- Cade il mito che le merendine sono apprezzate solo dai bambini. Oggi infatti- secondo uno studio di Aidepi (l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta ) per 21 milioni di adulti la merendina è infatti uno snack abituale. Il 65% dei consumatori le sceglie a metà mattino o pomeriggio. Per 7 italiani su 10 sono il dolce più innovativo. Quattro italiani su 10 negli ultimi anni hanno cambiato abitudini all’acquisto, puntando su merendine con ingredienti di alta qualità, gluten free o bio.
Scendendo nel dettaglio dell’analisi il 38% degli italiani sono consumatori di merendine e lo fanno in media 2 volte a settimana. Sono soprattutto gli under 35 (il 59%) che alla merendina non sanno proprio rinunciare. Ma le consumano anche i 40-50 enni e, un po’ meno, gli over 60. La consumazione avviene soprattutto a merenda (65%), e a seguire a colazione (41%). Sono pochi quelli che le consumano di sera (10%) e ancor meno quelli che lo utilizzano come dolce dopo pranzo (7%). Le merendine più amate dagli adulti sono le stesse che mangiavano da piccoli, a confermare un forte legame emozionale verso il prodotto: in testa quella tipo brioche (che è amata soprattutto dai più giovani, gli under 35) seguita da quella a base di pasta frolla, tipo plumcake e a base di pan di spagna.
Dal punto di vista strettamente economico le merendine rappresentano un quinto del comparto dei prodotti da forno, con 1 miliardo di euro di fatturato. Conquistano un primato poiché sono senza dubbio il settore che investe di più in ricerca e sviluppo, con una dotazione di 20 milioni di euro l’anno (2% del fatturato) dedicati allo studio e sperimentazione di nuovi prodotti. A fronte di un calo negli investimenti globali (R&S + strutturali) del 2,5% (dati Mediobanca 2017 sui bilanci di 2.065 società italiane) il settore dolciario nel suo complesso si è invece comportato decisamente meglio, segnando un +17% , con un incoraggiante +25% in un solo anno (2016 rispetto a 2015).