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Granarolo serra i ranghi su Parmalat

Incassato l’ok della holding Granlatte, il Presidente Calzolari cerca di stringere sulla cordata tutta italiana attraverso Lacto. I sindacati però continuano a rimanere scettici sull’operazione

Roma - Granarolo sempre più protagonista nella cordata italiana per Parmalat. Proprio ieri il presidente Giancarlo Calzolari ha incassato l’ok di Granlatte , la holding che controlla la società, per continuare le trattative con Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca e Bnl e Cassa Depositi e prestiti al fine di concretizzare il piano anti- Lactalis, azienda francese in possesso di quasi il 29% del gruppo di Collecchio.

Al momento però, sul tavolo da gioco sembrano esserci diversi interrogativi. Messo il punto su Latco, la società rappresentante della cordata italiana, le zone grigie sono su come procedere. Allo stato attuale delle cose l’ipotesi più gradita, in quanto meno dispendiosa, sarebbe quella di raggiungere un accordo con Lactalis per il rilevare il 29%. L’altra strada da seguire sarebbe invece quella di lanciare un’Opa parziale sul 60% del capitale del gruppo di Collecchio, con uno stanziamento finanziario di quasi il doppio pari – a quanto si apprende- di 3 miliardi di euro con un premio sui corsi di borsa per invogliare i soci ad aderire.

La partecipazione di Granarolo dovrebbe invece arrivare mediante il conferimento dei suoi asset (una cifra intorno ai 500 milioni). Le banche, in particolare Intesa Sanpaolo e Bnl, sembrerebbero disponibili a farsi carico anche di un impegno in termini di capitale in Latco. La Cassa Depositi e Presiti dovrebbe intervenire con un altro mezzo miliardo.

A questo va aggiunto che l’intera operazione però potrebbe trovare degli intoppi dopo che alcuni gruppi esteri hanno contattato le banche. Tra le prime a cercare di entrare nella partita la brasiliana Lacteos (assistita da Banca Leonardo), l'olandese Friesland Campina e la messicana Lala.

Infine grandi entusiasmi per la cordata capeggiata da Granarolo non arrivano dai sindacati, preoccupati che le sovrapposizioni tra i primi due operatori italiani del latte, insieme a problemi di antitrust, possano portare anche esuberi. Occorre - dicono ''evitare ogni sorta di ammucchiata, che finirebbe per indebolire tutta la filiera, con una sovrapposizione di realtà aziendali non complementari''. Sostenitore del progetto è invece Saverio Romano, ministro per le Politiche agricole, convinto che il lavoro di 'Tremonti porterà a creare una cordata che possa mantenere l'italianità di Parmalat'. In ultimo è bene segnalare che nel pomeriggio di ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha incontrato a palazzo Chigi Luigi Cremonini, titolare dell'omonimo gruppo (Inalca, Marr, Montana, Chef Express, Roadhouse grill). Rimane infatti in piedi l'intenzione del Governo di favorire una cordata italiana per la Parmalat alternativa ai francesi di Lactalis.

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in data:16/04/2011

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