Agronews
Grappa del Trentino, élite è la parola chiave
L'Istituto di tutela, nell'ambito di un'azione di comunicazione e promozione, propone una nuova politica di commercializzare il prodotto sulla base di un cambiamento nel consumo
Trento- La parola chiave è élite, il metro di lavoro è associato al concetto di riduzione: parte da Trento e dal Trentino l’idea di ripensare il modo di proporre la grappa sul mercato passando da un’attuale produzione di 3 milioni di bottiglie a 1 milione con un prezzo minimo medio di 40 euro. A suggerire e caldeggiare una nuova politica di commercializzare il prodotto con un adeguamento del prezzo a parametri leggermente più alti per la diminuzione di produzione è l’Istituto tutela grappa del Trentino per mezzo del Segretario dell’Istituto GianFranco Chiomento che insieme al Presidente Beppe Bertagnolli hanno promosso e lanciato una campagna di promozione e conoscenza della grappa abbinata ai luoghi della Grande Guerra in occasione della ricorrenza dei cento anni dal tragico evento.
In particolare la strategia auspicata dall’organo di tutela si basa sul fatto che il consumatore di oggi è molto diverso da quello di alcuni anni fa: è un uomo che ha 40 anni e più ed è in genere un manager o un professionista. Sono dunque lontani- dice il segretario- i tempi quando il consumo della grappa era avvicinato all’etilismo, mentre è maturo un cambio di marcia del comparto che ragioni su questo nuovo Dna del settore. Una proposta, secondo molti, che farà discutere gli operatori su scala nazionale, ma non sorprenderà più di tanto perché promossa dall’Istituto tutela grappa del Trentino, già all’avanguardia da tempo per le sue posizioni e per le sua severità nei controlli della sua produzione che rappresenta il 10% di quella italiana.
L’istituto – ha detto infatti il presidente Bertagnolli- è nato nel 1969 ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine e con la dicitura “Trentino Grappa”. Per questo- ha continuato- i distillatori associati all’Istituto devono distillare entro dicembre e consegnare una campionatura del prodotto per controlli chimici in laboratorio e successive verifiche da parte di una commissione di assaggio. Solo se i controlli danno esito positivo il produttore- ha concluso- può apporre sulle proprie bottiglie il marchio “Trentino Grappa”, il cosiddetto “marchio del Tridente”.
Sulla base quindi di quello precisato a chiare lettere da Bertagnolli, i produttori se vogliono fregiarsi del marchio sulla bottiglia devono prelevare quattro campioni di prodotto per le analisi chimiche che saranno effettuate presso il laboratorio d’analisi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Iasma).
Successivamente, passato il controllo dei parametri chimici, un campione dei quattro viene sottoposto all’esame sensoriale di una commissione composta da due produttori dell’Istituto, un tecnico di laboratorio dello Iasma e due membri dell’Anag (Assaggiatori Grappa e Acquaviti). La commissione si riunisce presso la Camera di commercio di Trento e valuta se il prodotto corrisponde al tipo che il produttore vorrebbe indicare in etichetta ( “grappa giovane”, “grappa invecchiata” e così via) e se raggiunge il livello di qualità minimo per godere del marchio dell’Istituto. In caso positivo sono quindi consegnati al produttore tanti marchi numerati “Trentino Grappa” quante saranno le bottiglie poste in commercio. Ma non è finita.
I controlli prevedono poi un’ulteriore fase di controllo che riguarda i prodotti già sul mercato per verificare nuovamente la loro conformità a quanto stabilito dall’Istituto: in pratica vengono acquistate in vari negozi bottiglie con il marchio dell’Istituto e sottoposte nuovamente alle operazioni di verifica in laboratorio e a giudizio della commissione. Insomma una rigidità del protocollo che non deve più di tanto spaventare perché- da come si evince dai motivi che portarono Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti a fondare l’istituto - la severità è indispensabile per mantenere uno standard di qualità minimo.