Filiera Corta
Guardare l’etichetta alimentare è abitudine per il 90% dei consumatori
E' quanto emerge da ricerca di Banco Fresco, catena food retail specializzata nei freschi e freschissimi
Roma- Italiani sempre più attenti alla propria salute, e non solo dal punto di vista sportivo ma anche dell’alimentazione. Il 64% fa sport abitualmente o saltuariamente e il 92% prova a seguire una dieta abbastanza sana ed equilibrata. E questo si vede anche dalle abitudini di acquisto durante la spesa, dato che la maggior parte degli italiani (62%), come primo fattore guarda l’etichetta e i relativi ingredienti dei prodotti. Non solo. Guardare l’etichetta, prima dell’acquisto, è diventata una vera e propria abitudine per il 90% dei consumatori. E' quanto emerge da ricerca di Banco Fresco, catena food retail specializzata nei freschi e freschissimi presente in Lombardia e Piemonte.
Il primo motivo che spinge gli italiani a guardare le etichette è il controllo della scadenza degli alimenti (75%), seguito dall’interesse per la provenienza geografica (61%) e dalla verifica dell’assenza di sostanze dannose per la salute (47%). Tanta, dunque, anche l’attenzione al Made in Italy e all’indicazione geografica dei cibi (Dop, Doc, Docg, Igp), che per l’81% costituisce un elemento determinante al momento dell’acquisto.
Le etichette che convincono maggiormente sono quelle che contengono le diciture “senza antibiotici” (59%), “senza conservanti” (53%) seguite da “senza zuccheri” e “senza polifosfati” (entrambe al 29%). La salute, dunque, viene prima della dieta. Un dato che rivela anche quanto sia cresciuta la consapevolezza delle persone sui rischi per la salute derivanti dalla presenza di determinate sostanze negli alimenti. In assoluto, molti consumatori (52%) individuano negli additivi le sostanze ritenute più dannose, più del sale (12%), dello zucchero (12%) e dei grassi in generale (dall’11%).
Infine, dall’indagine emerge che mediamente i consumatori sono piuttosto preparati sul sistema di etichettatura, negli ultimi anni divenuto sempre più terreno di dibattito interno ed europeo. Il sistema in vigore è ritenuto abbastanza chiaro dal 78% delle persone, che infatti si rivelano in grado di riconoscere le differenze tra diciture simili – come “ad alto contenuto di fibre” e “fonte di fibre” – e di essere informate su aspetti direttamente collegati all’esame del contenuto delle confezioni.