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I formaggi si aggrappano all'Europa dell'Est
In aumento le quantità dell'export caseario tricolore in Europa, Sudamerica, Asia e Oceania. Le performance migliori si registrano in Albania, Estonia e Lituania
Roma- Crescono in quantità le esportazioni casearie italiane in Europa, Sudamerica, Asia e Oceania, mentre mostrano un segno negativo Nordamerica e Africa. Le performance migliori si registrano nell’Europa orientale: le vendite in quantità di formaggi italiane segnano +96% in Albania, +66% in Estonia, +420% in Lituania, +42% in Polonia, +24% in Slovacchia, +22% in Repubblica Ceca, +91% in Bulgaria e +27% in CSI. Proprio l’ex Russia, con le 3.527 tonnellate di formaggi italiani assorbite nel primo semestre 2013, è il principale mercato di sbocco dell’Europa dell’Est per i prodotti caseari italiani, soprattutto mozzarella, ricotta, formaggi freschi, Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
La crescita dell’export – sostiene Assolatte- di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, di mozzarella e ricotta, di crescenza e pecorini, di Gorgonzola e formaggi grattugiati, di formaggi freschi e provolone, “costa” però alle imprese italiane. Gli ultimi dati Istat relativi al primo semestre 2013: tra gennaio e giugno 2013, segnalano che il prezzo al kg dei formaggi italiani è diminuito del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2012, scendendo in un anno da 6,625 a 6,344 euro/kg.
Il ritocco verso il basso dei listini, prosegue Assolatte, è stata una misura necessaria per le aziende, decise a salvare le vendite nei mercati esteri così faticosamente conquistati, e ha permesso di incrementare i volumi venduti a livello mondiale, arrivati a 151.762 tonnellate, in aumento annuo del 4,5%. In valore, invece, il mercato è stabile a 962,7 milioni di euro (+0,09%).
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