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I margini di redditività preoccupano il settore molitorio
Il fatturato dei prodotti di settore nel 2010 è stimato in 2,590 miliardi di euro, con un aumento dell’1,2% rispetto al 2009. L'aumento, però, non ha portato a un miglioramento dei risultati economici e strutturali del comparto
Roma - L’andamento economico dell'industria molitoria migliora, ma non convince. Può essere riassunto in questi termini il trend nel 2010 del settore riunito ieri a Roma in assemblea generale per il rinnovo delle cariche associative per il biennio 2011-2012. L' Associazione Industriali Mugnai d’Italia (Italmopa) ha confermato Umberto Sacco (Moderne Semolerie Italiane SpA) alla Presidenza e confermati alle Vice Presidenze Paolo Cabrini (Barilla) e Andrea Campiglio (Molino Fiocchi).
Nel 2010 la produzione dell’Industria molitoria è complessivamente risultata in leggero incremento (+ 0,4%) rispetto al 2009, un risultato tuttavia inferiore sia rispetto all’intero settore alimentare (+ 1,8%), sia a confronto del + 5,5% registrato dal totale dell’Industria nazionale in senso stretto.
All’interno del settore è stata registrata, una sostanziale stazionarietà per il comparto molitorio a frumento tenero e un incremento dello 0,8% per il comparto molitorio a frumento duro.
Sulla base degli indicatori relativi alla produzione e ai prezzi degli sfarinati e delle crusche, il fatturato dei prodotti dell’industria molitoria nel 2010 è stimato in 2,590 miliardi di euro, con un aumento dell’1,2% rispetto al 2009 (2,560 miliardi di euro). L’aumento in termini di fatturato – che risulta determinato dalla combinazione di leggeri aumenti sia del lavorato, sia dei prezzi medi alla produzione - non si è tuttavia tradotto in un miglioramento dei risultati economici e strutturali del settore. Rimane quindi forte una preoccupazione per la riduzione dei margini di redditività.
“Le difficoltà riscontrate dall’Industria molitoria nel trasferire, anche solo parzialmente, l’incremento dei costi della materia prima frumento, nel corso del secondo semestre del 2010, sui prodotti trasformati farina e semola” ha evidenziato il Presidente Sacco “hanno contribuito ad accentuare le difficoltà economiche e finanziarie di un settore caratterizzato da margini di redditività ormai marginali”.
“Lo schizofrenico andamento dei mercati cerealicoli, che spesso sfugge a una corretta logica basata sui fondamentali” ha proseguito Sacco “impone pertanto, sia l’adozione, a livello internazionale e comunitario, di nuove politiche e la definizione di strumenti di gestione – quali le scorte strategiche – in grado di rispondere alle sfide che animeranno i mercati agroalimentari, sia lo sviluppo, a livello nazionale, di un confronto pragmatico con le rappresentanze agricole che si ponga l’obiettivo di individuare risposte alle principali criticità che investono gli attori della filiera nazionale frumento”