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I produttori toscani inviano olio di qualità al direttore del New York Times
I produttori di olio extravergine “ingaggiano” il New York Times per sostenere e difendere la trasparenza e la credibilità del Made in Tuscany negli Stati Uniti insieme al diritto del consumatore americano di poter riconoscere e distinguere un prodotto “vero” da uno prodotto “falso”. L’iniziativa porta la firma di Coldiretti e di Campagna Amica (info su www.toscana.coldiretti.it) che hanno inviato alla Direttrice del New York Times, Jill Abramson e al vignettista del fumetto-denuncia “Il suicidio dell’extravergine - l’adulterazione dell’olio di oliva italiano” e Art Director del New York Times Book Review, Nicholas Blechman, un set di numero 6 bottiglie di olio extravergine di oliva prodotte on olive raccolte, molite ed imbottigliate in Toscana. di cui 3 con il marchio valoriale Fai (Firmato dagli agricoltori italiani) che garantisce in Italia e all’estero tutti quei prodotti provenienti al 100 per 100 dai campi e dagli allevamenti italiani che rispettano l’etica nei processi produttivi e assicurano per contratto una equa ripartizione del valore tra i vari attori della filiera, e 3 con il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Il set è stato messo a disposizione dall’Ol.Ma di Grosseto, una delle più grandi cooperative italiane di produttrici di olio e dal Consorzio per l‘Olio Extravergine Toscano Igp.
Dopo le polemiche, le reazioni ed il clamore suscitato in seguito alla pubblicazione delle tanto discusse vignette in tutta l’Italia l’iniziativa di Coldiretti e Campagna Amica punta a trovare un “alleato” autorevole per orientale ed educare correttamente il consumatore-lettore americano all’acquisto dei prodotti che si fregiano del tricolore. Ad accompagnare il set una lettera firmata dal Presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli che ha invitato il popolare giornale americano in cui non manca di far notare come il “messaggio delle vignette contribuisce a rafforzare, nell’opinione collettiva internazionale, l’immagine di un’Italia di furbi e furbetti dove la connivenza e gli affari, il business, vengono prima di tutto. Anche del proprio paese. Noi agricoltori però non siamo così. E non ci riconosciamo – ha scritto - in questa categoria di furbi e furbetti poiché il nostro business è garantire un futuro al nostro paese attraverso il mantenimento del territorio e la valorizzazione delle sue produzioni tipiche e l’identità non replicabile dei suoi prodotti. Qualunque prodotto in commercio che abbia bisogno di etichette ingannevoli o di sfruttare vuoti o escamotage per essere acquistato palesa la sua scarsa qualità, insieme alla necessità di “appropriarsi” di un valore aggiunto che altrimenti non sarebbe in grado di esprimere. Sono questi prodotti che dobbiamo colpire! Insieme!”.
Da qui la richiesta e l’invito rivolto al Direttrice e all’Art Director della testata di continuare ad informare correttamente, distinguendo il “vero” dal “falso”, “chi bara da chi rispetta le regole”, il consumatore americano diventando “alleati” di tutti quei produttori onesti, seri che hanno tutto il diritto di fregiarsi del brand Made in Italy. Gli americani hanno il sacro santo diritto di poter godere delle specialità agroalimentari del Bel Paese senza il rischio di essere truffati, o peggio ancora, ingannati legalmente. La nostra organizzazione - prosegue - si rende disponibile a collaborare per diffondere negli Stati Uniti la cultura della trasparenza a tavola e denunciare tutti i casi di “inganno” che rappresentano una vergogna per l’Italia e per la Toscana”.
Anche il consorzio del l'olio toscano Igp farà la sua parte importante attivando una forte campagna promozionale da “Eataly” on 5th Avenue dove, tutto il mese di febbraio è costellato da degustazioni quotidiane, assaggi con le più svariate modalità, direttamente "dalle mani" di 12 aziende che il Consorzio ha portato a New York. “Il set di bottiglie di olio extravergine di oliva – conclude Marcelli nella lettera - vuole essere un omaggio dei produttori toscani ma anche, e soprattutto, un elemento e confronto tra ciò che è “vero” e ciò che è “falso””.