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I robot di mungitura nel futuro del Parmigiano Reggiano

L'ipotesi tecnologica, al vaglio del Consorzio di tutela del prodotto, deve essere misurata con il disciplinare di produzione. Secondo i dati elaborati, con l'introduzione del nuovo sistema, la vacca è munta 2,6 volte al giorno contro le attuali due

Roma- “Il robot di mungitura rappresenta una tecnologia estremamente interessante, su cui il Consorzio di tutela sta ragionando per capire se, nel pieno rispetto di quanto prevede il Disciplinare di produzione, esistono le condizioni di un suo maggiore inserimento all’interno delle stalle”. La considerazione arriva da Marco Nocetti, responsabile tecnico del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano.

“Attualmente nel nostro comprensorio sono solamente due gli allevamenti che dispongono del robot di mungitura – sottolinea – e a detta degli allevatori i risultati sono ottimi. Il suo utilizzo ha il vantaggio di favorire una munta migliore che si traduce in un latte per così dire più ‘pulito’, oltre a richiedere un minor impiego di manodopera.
Da un po’ di tempo gli allevatori ci sollecitano rispetto a una serie di valutazioni che, nonostante le difficoltà economiche, li invoglierebbe verso questo tipo di investimento che potrebbe elevare ulteriormente lo standard produttivo delle loro stalle.

Come ho detto, il Consorzio è molto sensibile a queste sollecitazioni e sta valutando la compatibilità tra l’utilizzo del robot di mungitura e quanto prevede il Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano. Personalmente ritengo questa tecnologica un’opportunità interessante che può trovare piena applicazione laddove si riesca a realizzare il giusto equilibrio tra innovazione e pieno rispetto di quanto prevede il Disciplinare, un binario, se così vogliamo definirlo, da cui non si può deragliare”.

Secondo Nocetti oggi l’esborso finanziario che un allevatore dovrebbe sopportare per installare nel suo allevamento un robot di mungitura non si discosta molto da quello sopportato per un impianto tradizionale. La differenza, rispetto all’ammortamento, la fa il numero di vacche da mungere: “in una stalla con un numero di animali compreso tra le 80 e le 100 unità – spiega ancora – che è poi grossomodo lo standard di quelle che conferiscono per il Parmigiano Reggiano, quella del robot di mungitura potrebbe essere un’ottima soluzione anche in termini economici ma, come ho detto, occorre procedere con grande cautela e nel massimo rispetto delle regole oggi esistenti, che peraltro ci hanno finora permesso di raggiungere e mantenere la leadership nella produzione di un formaggio unico al mondo”.
Secondo i dati elaborati, con il robot di mungitura la vacca viene munta 2,6 volte al giorno, il Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano prevede invece 2 mungiture al dì.

in data:11/10/2011

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