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Il “Movimento dei forconi” mette in ginocchio la Sicilia
Nell’Isola gli scaffali di supermarket sono semi vuoti e nei mercati manca il pesce e la verdura. La protesta contro il caro-benzina durerà fino al 26 gennaio, ma dovrebbe arrecare meno disagi ai cittadini
Roma- A distanza di cinque giorni dalla nascita della protesta contro il caro-benzina l’effetto dello sciopero del movimento Forza d'urto che raccoglie autotrasportatori, il movimento dei Forconi, gli agricoltori, artigiani, pescatori e che blocca la consegna di carburanti, alimenti freschi e conservati, acqua minerale sembra pesare come un macigno. Stando a quanto si apprende gli scaffali di supermarket sono semi vuoti, nei mercati manca il pesce e la verdura. Il mercato ittico palermitano e' stato occupato.
Manca ovviamente il carburante in tutta l'isola. In queste ore gli autotrasportatori "hanno ottenuto dalle questure siciliane la proroga del termine della protesta" prevista inizialmente per la mezzanotte di ieri. Slitta così di cinque giorni, e cioè fino al 26 gennaio, la fine della protesta. L'azione dei manifestanti, comunque, dovrebbe arrecare meno disagi ai cittadini, esasperati dai giorni di blocchi e presidi. Come spiega Martino Morsello, tra i promotori del "Movimento dei forconi", infatti, "assieme agli autotrasportatori la protesta continuerà fino al 26 gennaio nei presidi prestabiliti non creando intralci alla circolazione nè tanto meno all'approvviggionamento di merce di prima necessità. Intanto la protesta in queste ore potrebbe allargarsi anche alla Sardegna. Lunedi' da mezzogiorno, nel Lazio, sarà bloccata la Pontina con i trattori''. Ad annunciarlo è stato il presidente del Movimento Dignita' sociale Antonio Pappalardo. Ieri sera il movimento di Latina, vicino a quello dei Forconi siciliani e che riunisce agricoltori, autotrasportatori e uomini delle forze dell'ordine e armate, si e' riunito in assemblea plenaria. La protesta quindi non scattera domani, come annunciato ieri, ma lunedi'. ''Abbiamo deciso di partire con la nostra protesta lunedi' attorno a mezzogiorno - ha spiegato oggi Pappalardo, ex generale dei carabinieri - presidiando con decine e decine di trattori uno dei nodi piu' importanti della strada che unisce Roma a Latina. E presidieremo anche altri punti''. Il presidente ha aggiunto inoltre che l'iniziativa e' in crescita: ''Siamo gia' oltre 300 nel direttivo - ha aggiunto - e stanno arrivando adesioni dalla Valtellina, da Bologna e anche dalla provincia di Campobasso. Noi ci metteremo li', e aumenteremo il nostro presidio giorno per giorno. Andremo avanti'' ha concluso.
In vista della riunione tra il premier Mario Monti e il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo in programma la prossima settimana il movimento agricolo dei 'Forconi' ha invece chiesto una moneta popolare, il blocco dei prodotti agricoli provenienti dalla Cina e dai Paesi esteri; costo dell'energia elettrica a 0,030 euro; prezzo del gasolio e della benzina a 0,70 euro; attuazione dello Statuto siciliano; rimodulazione del programmo per lo sviluppo regionale (Psr).
Allo stesso tempo si cominciano a fare i conti sulle perdite economica. In particolare Coldiretti segnala che il latte fresco manca dagli scaffali dei supermercati perché decine di migliaia di litri sono bloccati nelle stalle, nei caseifici e nelle autocisterne e dovranno essere buttati con danni enormi per gli allevatori che devono assumersi anche il costo dello smaltimento. Perdite consistenti stimate complessivamente in milioni di euro al giorno per l’agroalimentare si registrano - sottolinea la Coldiretti - per tutti i prodotti deperibili come i fiori con l’impossibilità di effettuare le spedizioni necessari per raggiungere i clienti fuori dell’isola.
Al danno economico immediato - continua la Coldiretti - si aggiunge la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da Paesi come la Spagna e Israele, diretti concorrenti della produzione siciliana nell’ortofrutta. La situazione di difficoltà delle aziende agricole siciliane evidenziata dalla protesta è reale ma la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e - conclude la Coldiretti .- occorre agire subito e con responsabilità avviando un tavolo permanente tra Governo, Regione e rappresentanti di categoria.