Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Agronews » Il “blending” corre in soccorso dell’olio 100% italiano

Agronews

Il “blending” corre in soccorso dell’olio 100% italiano

Per ovviare alla scarsa campagna olivicola nazionale le aziende del confezionamento dell’extravergine utilizzeranno la pratica di unire prodotti di provenienza diversa per soddisfare il mercato garantendo- assicurano Assitol e Federolio- la qualità

Roma- Mai come quest’anno ci si affiderà al “blending” per portare l’olio di qualità sugli scaffali di vendita e sulle tavole degli italiani. D’altra parte la pratica di unire oli extravergine di provenienza, cultivar diverse - e caratteristiche tra loro differenti (amaro, piccante, dolce, fruttato) sembra l’unica via d’uscita per ovviare alla scarsa campagna olivicola nazionale, che si è attestata ben al di sotto delle 300mila tonnellate e che ha innegabilmente messo in difficoltà- sostengono Assitol (Associazione Italiana dell’Industria Olearia) e Federolio (Federazione Nazionale del Commercio Oleario) in una nota - i produttori olivicoli e la filiera del settore, acuendo quest’anno una situazione di carenza della produzione che tuttavia, anche se con entità di anno in anno diversa, esiste da anni nel nostro Paese. Nonostante l’eccezionalità di quest’anno, infatti, l’Italia- si spiega ancora- non è un Paese autosufficiente: il fabbisogno annuale di consumo di olio di oliva degli italiani (circa 600mila tonnellate) è da sempre più elevato della produzione nazionale, e a questo deve aggiungersi quello necessario a garantire l’esportazione dei nostri prodotti in tutto il mondo (circa 400mila tonnellate).

Insomma- viene precisato una situazione non facile, ma come ogni anno, dicono ancora- le aziende olearie faranno di tutto per valorizzare al meglio la produzione 100% italiana disponibile accostandola ai migliori oli di produzione estera, esaltando e valorizzando le diverse cultivar sul mercato per continuare ad offrire ai consumatori italiani prodotti di qualità e con le caratteristiche organolettiche a cui è abituato.

Ti potrebbe anche interessare

Ismea-Unaprol, la produzione di olio regione per regione nel 2014/15

in data:09/01/2015

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno