L'indirizzo
Il Marchese, viaggio nella trattoria romana dell’800 senza disdegnare il fascino dell'Amaro Bar
Aperto a Roma il locale che si ispira al film Il Marchese del Grillo: propone piatti della tradizione e 500 etichette in carta
Roma- Un passato da giocatore di rugby come avversario di Chef Rubio (al secolo Gabriele Rubini) senza dimenticare l’amore per la cucina grazie agli insegnamenti della nonna per poi approdare nella squadra dell’Oste Arcangelo Dandini. Ma la scintilla vera è scattata con il ristorante “Il Marchese”, bene inteso quello del Grillo e con Gasperino il carbonaro senza dimenticare la sua donna del cuore, sommelier in un altro ristorante della Capitale. Ecco quindi che l’incontro con i proprietari de “Il Marchese. Osteria – Mercato – Liquori” (Via di Ripetta, 162), Davide Solari e Lorenzo Renzi, è avvenuto per lo chef Daniele Roppo senza troppi forse dopo un passato nella cucina di Marco Martini e aver collaborato con Stephan Betmon, per la pasticceria. In somma un vero colpo di fulmine da molte ore in cucina e 200 clienti al giorno, tra pranzo e cena, per questa liaison con un locale da 110 coperti e che si presenta alla Capitale come il primo “Amaro Bar” d’Europa dove mangiare e fare la spesa con 500 etichette in carta e la tradizione romana nel piatto. Ecco quindi tra tradizione e carbonare del Marchese, piatto icona del menu, baccalà mantecato e crocchetta di ceci al rosmarino il sodalizio lavorativo con Davide Solari e Lorenzo Renzi è partito sotto il migliore auspicio garantendo al cliente di turno anche una larga proposta di cocktail supervisionata da Matteo Zed, guru della miscelazione con esperienze internazionali a Tokyo e New York.
A fare il resto, nel locale dove si riprende la tradizione da trattoria romana dell’800 ispirata all’omonimo film Il Marchese del Grillo, ci pensa la signora sfoglina che, ogni giorno, tira a mano la pasta sotto gli occhi di tutti. L'intera proposta comprende invece pizze farcite, focacce preparate al momento e ripiene di stracchino e mortazza, di prosciutto e fichi. Non mancano poii fritti fatti in casa, il trittico con il supplì e il fiore di zucca alla romana. Punta di diamante del ristorante è la scarpetta, servita come antipasto e che offre la possibilità di affondare la rosetta nel sugo all’amatriciana o di ripassa i bordi di quel che resta della carbonara. Infine anche tra i secondi c'è da leccarsi : pollo con i peperoni, filetto di vitella come saltimbocca, cuore di baccalà al vapore con crema di zucchine e menta. Tra i dolci fatti in casa, il maritozzo con ricotta mantecata, cioccolata e arancia candita o la cheesecake, preparata a freddo, con amaretto e composta di ciliegie.
Gianluca Pacella