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Il Marocco mette in crisi il pomodoro Made in Italy
A seguito dell’accordo di liberalizzazione degli scambi tra l’Unione europea e il Paese del Continente africano gli operatori nazionali stanno già registrando un eccesso di offerta provocata dalle maggiori importazioni dallo Stato magrebino
Roma – L’accordo con il Marocco sembra cominciare a fare acqua da tutte le parti. Gli accordi di liberalizzazione degli scambi tra l’Unione europea e il Paese del Continente africano, entrati in vigore ad ottobre, danno cenni di debolezza soprattutto per quanto riguarda i mercati dei prodotti ortofrutticoli mediterranei e in particolare del pomodoro”. A livello europeo e nazionale, gli operatori stanno già registrando un eccesso di offerta provocata dalle maggiori importazioni dal Marocco.
La preoccupazione e l’allarme per questa situazione arriva da più parti. In special modo a farsi carico del problema sono Confagricoltura e Coldiretti.
Problemi di surplus produttivi, dopo le maggiori aperture delle frontiere europee ai prodotti maghrebini, ed in particolare al pomodoro, si stanno registrando oltre che in Italia – spiega Confagricoltura- anche in Francia e Spagna “L’accordo agricolo Ue-Marocco lo abbiamo fortemente contrastato – ha ribadito Confagricoltura - con il parere contrario di tutti i paesi membri del Sud dell’ Unione europea perché danneggia gli interessi del settore. Qualsiasi apertura delle frontiere deve essere oggetto di una preventiva valutazione di impatto e, soprattutto, fondarsi su regole condivise che tutelino gli interessi del sistema agricolo e raggiungano risultati bilanciati”.
L’Unione europea deve monitorare con attenzione l’attuazione dell’accordo bilaterale con il Marocco ed in particolare controllare attentamente le merci in entrata oggetto di concessioni e il rispetto delle regole definite – ha poi posto in evidenza Confagricoltura -. Da informazioni che raccogliamo da operatori economici del nostro paese e spagnoli, sembrerebbe che le importazioni maghrebine di pomodoro supererebbero i plafond mensili previsti, oltretutto con quotazioni ribassate”.
“Vogliamo sensibilizzare le istituzioni comunitarie che hanno fatto approvare l'accordo – ha concluso Confagricoltura – perché l’apertura del mercato sia ordinata e non generi squilibrio anziché sviluppo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Coldiretti . Il mancato rispetto delle clausole dell’accordo stipulato tra Unione europea e Marocco ha provocato – commenta l’organizzazione di Palazzo Rospigliosi - l’invasione di pomodoro proveniente dal paese africano dove è consentito l’uso di antiparassitari vietati nell’Unione europea che espongono i consumatori italiani a rischi sanitari e fanno concorrenza sleale alle produzioni nostrane. Il Marocco – sottolinea la Coldiretti - può permettersi questi bassi prezzi per i minori costi di produzione, relativi alla manodopera, ma anche alla difesa antiparassitaria che può contare su decine di principi attivi non più utilizzabili dai produttori comunitari, come era stato denunciato da Coldiretti già all’epoca della stipula dell’accordo. Basti pensare al famigerato bromuro di metile, bandito dall’Ue perché dannoso nei confronti dell’ambiente, che i produttori marocchini possono continuare ad utilizzare, determinando un ulteriore svantaggio per le produzioni comunitarie. Il tutto – continua la Coldiretti - con buona pace dell’etica, della coerenza e della reciprocità delle regole produttive che dovrebbero guidare l’UE quando stipula accordi di questo tipo. Dalla fine di ottobre – conclude la Coldiretti - si è registrato un calo costante dei prezzi dei pomodori provenienti dal Marocco, che ha raggiunto i 36 euro per 100 chili il 6 novembre, nonostante il prezzo di entrata concordato con il Marocco sia di 46.1 euro per 100 chili.
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