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Il Prosecco Doc adotta il contrassegno di Stato
La fascetta entrerà in vigore dal 1 agosto 2011
Svolta nelle politiche di mercato del Prosecco Doc. Il Consorzio ha infatti deciso di utilizzare l’applicazione del contrassegno di Stato. Vale a dire che le bottiglie in commercio di Prosecco Doc avranno questa fascetta ufficiale anti sofisticazione che garantirà l’origine del prodotto e non solo. L’importanza della notizia è data anche dal fatto che il contrassegno di stato è obbligatorio solo per le Docg (denominazione di origine controllata e garantita), mentre per le Doc è una scelta volontaria.
“Il Prosecco Doc ha fatto questa scelta che vuole comunicare con precisione le sue intenzioni ai consumatori ed ai produttori – spiega il Presidente del Consorzio Prosecco Doc, Fulvio Brunetta - E’ evidente che il contrassegno di Stato ha il chiaro vantaggio di garantire, con maggiore sicurezza, il rispetto dei quantitativi immessi sul mercato rispetto agli ettari in produzione. Inoltre, il contrassegno è per il consumatore sinonimo di maggior valore. Non dimentichiamo che fino a poco tempo fa il contrassegno era utilizzato esclusivamente per le Docg e come tale è stato sempre associato ai vini di elevata qualità. Per tutti noi la qualità è un prerequisito per raggiungere il consumatore. Il prosecco Doc è uno di quei prodotti che appartengono alle eccellenze delle produzioni del made in Italy”.
La fascetta entrerà in vigore dal 1 agosto 2011. Il sigillo o contrassegno in questione, fornito direttamente dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato,verrà apposto sul collo della bottiglia e riporterà un'univoca sigla identificativa alfanumerica, il nome del vino, il volume nominale della bottiglia ed il marchio dello Stato.
“Punto di forza da comunicare è il tema della tracciabilità e della garanzia per il consumatore di essere certo di acquistare un prodotto che risponde lungo tutta la filiera di produzione, dal vigneto alla bottiglia – conclude con soddisfazione il Presidente del Consorzio, Fulvio Brunetta - Il Prosecco Doc risponde a regole di certificazione e controllo stringenti che ne garantiscono la qualità, anzi come detto, l’eccellenza. Dopo aver voluto la protezione del nome Prosecco ora è necessario mettere in atto tutte quelle iniziative per difendersi dal falso made in Italy e quindi dalle brutte copie del nostro Prosecco Doc e contrassegnato dallo Stato. Voglio, infine, sottolineare che questa scelta del Consorzio Prosecco Doc dimostra la maturità di un territorio capace di scegliere con lungimiranza le proprie azioni dirette al mercato”.