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Il caro gasolio manda in rosso l'agricoltura
Cia e Coldiretti lanciano l'allarme sui continui rincari del carburante
Roma- Il “caro gasolio” sta mettendo in grave crisi le imprese agricole, mandando “in rosso” i bilanci. I continui rincari del carburante, che ha toccato oggi un nuovo record (quello agricolo ha superato abbondantemente l’euro a litro), hanno effetti devastanti nel settore. E sono le serre che in questi mesi hanno subito i danni più pesanti. Ma anche per le altre aziende è emergenza piena. Secondo le prime stime, nel 2011 l’intero mondo agricolo è stato costretto a sostenere un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro, determinato proprio dai rialzi dei prodotti petroliferi.
Di fronte ad un’escalation del genere -avverte la Cia- c’è il fondato pericolo che molte imprese possano uscire dal mercato. A rendere più difficile la situazione per l’agricoltura c’è l’abolizione, avvenuta nel novembre del 2009, delle agevolazioni (l’accisa zero) sull’acquisto di gasolio per le serre.
Soprattutto da parte delle serre, quest’anno anche a causa del maltempo e di una stagione invernale molto fredda, è cresciuto il ricorso al riscaldamento delle strutture e ciò ha fatto registrare un incremento di consumi di carburanti, con il relativo aggravio per la gestione aziendale. Non solo. Il periodo delle grandi raccolte, con l’inevitabile utilizzo massiccio di macchinari, ha provocato - continua l'organizzazione agricola - problemi di carattere economico per le imprese agricole, che già fanno i conti con costi produttivi pesanti e con prezzi non certo remunerativi.
Per questa ragione, la Cia ribadisce l’esigenza della reintroduzione del “bonus gasolio” per le serre e della sua estensione a tutte le aziende agricole, in considerazione dei gravosi oneri che sono costrette a sostenere.
Analoga posizione è della Coldiretti.In un paese come l’Italia dove l`86 per cento dei trasporti commerciali - spiega l'organizzazione agricola - avviene su gomma l’aumento dei carburanti pesa notevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti.
A subire gli effetti del caro benzina sono gli alimentari con ogni pasto che - sottolinea la Coldiretti - percorre in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole. Le conseguenze si sentono a partire dai campi dove in un anno l’aumento del prezzo del gasolio destinato all'attività agricola è costato – stima la Coldiretti - circa 250 milioni di euro nelle campagne italiane, con un incremento del 46 per cento del costo al litro. Oltre all'aumento dei costi per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro petrolio colpisce soprattutto - conclude la Coldiretti - le attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l'essiccazione dei foraggi destinati all'alimentazione degli animali.