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Filiera Corta

Il carrello della spesa è pieno di aumenti

Secondo le stime preliminari dell’Istat relative al mese di febbraio i prodotti acquistati con maggiore frequenza crescono del 4,5% su base annua. Il caffè aumenta del 14,7%

Roma - Rincara anche a febbraio il carrello della spesa. L’aumento su base annua, secondo le stime preliminari dell’Istat è del 4,5%. L’aumento, che riguarda i prodotti con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti) è superiore al tasso d'inflazione (3,3% sul 3,2% di gennaio) e risulta il maggiore dall'ottobre del 2008.

L'accelerazione tendenziale su gennaio e' decisa (a +4,5% da +4,2%) e anche su base mensile i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza aumentano in modo netto (+0,7%). Nel settore alimentare alimentare continua in particolare la corsa del caffe' (+14,7% su base annua).

Due settimane di neve e gelo sui quali si sono innescati anche fenomeni speculativi – commenta Coldiretti - hanno spinto i prezzi delle verdure dell’8,6 per cento che insieme all’incremento di benzina (+18,7 per cento) e gasolio da autotrasporto (+25,4 per cento) hanno fatto volare il carrello della spesa (+4,5 per cento) al top dal 2008. Incrementi rispetto allo scorso anno si registrano - sottolinea la Coldiretti - anche per i prezzi del pesce fresco di mare di pescata (+5,9 per cento) e del pesce fresco di mare di allevamento (+8,8 per cento), per la carne bovina (+ 2,7 per cento), per la pasta con +2,3 per cento e soprattutto caffè (+14,7 per cento) mentre sono diminuiti i prezzi della frutta (-2,3 per cento). Il maltempo che ha spinto i prezzi ha causato - sottolinea la Coldiretti - circa 300 milioni di danni all’agricoltura dovuti alla perdita e mancata consegna di prodotti deperibili come verdure e latte, l’ aumento esponenziale dei costi di riscaldamento in serre e stalle e crolli di edifici rurali e stalle con migliaia di animali da allevamento morti tra mucche, cavalli, pecore, conigli e polli. Sull’aumento del costo del carrello della spesa provocato dai rincari di alimentari e carburanti pesa dunque - sostiene la Coldiretti - il maltempo che ha bloccato per due settimane le forniture facendo lievitare i prezzi alla pompa della benzina e sugli scaffali dei negozi soprattutto per i vegetali freschi con effetti anche speculativi. Il risultato dei blocchi dovuti al maltempo e dell’aumento dei prezzi è stato – continua la Coldiretti - un contenimento dei consumi che rischia di ripercuotersi sulla ripresa economica. Si stima che in soli quindici giorni nel 2012 sia stato bruciato lo 0,1 per cento del Pil per il maltempo che - conclude la Coldiretti - è costato complessivamente al Paese almeno 1,5 miliardi all’intero sistema produttivo tra i danni causati e il fermo delle attività nel settore agricolo, industriale e dei servizi, anche pubblici.

In base ai dati provvisori Istat - dice Congagricoltura -  i prezzi al consumo di verdura e frutta a febbraio, rispetto a gennaio, sono aumentati rispettivamente dell’8,6% e dell’1,5%, a fronte di un aumento generale dell’inflazione dello 0,4%, nonostante il trend dei prezzi fosse in calo. “I rincari al consumo – spiega Confagricoltura - sono frutto di fattori esterni alle aziende agricole, non certo dell’aumento dei prezzi all’origine. A causa del blocco dei Tir prima e dell’ondata di maltempo poi che hanno paralizzato i trasporti (con una pesante battuta d’arresto costata almeno 500 milioni di euro), molta produzione ortofrutticola, nelle prime settimane di febbraio, non è arrivata sui banchi di vendita”.

“Gli agricoltori – precisa l’organizzazione di categoria - sono stati doppiamente penalizzati: dalle mancate consegne di prodotto e dai rincari dei costi dei carburanti di cui hanno dovuto aumentare i consumi per riscaldare serre e stalle nei giorni del grande freddo; senza contare gli aumenti di spesa per trasporti e consegne. Dai dati Istat sull’inflazione a febbraio si rileva che il gasolio, rispetto a un anno fa, costa ben il 25,4% in più”.

Il carrello della spesa degli italiani continua la sua corsa inarrestabile e lievita a febbraio del 4,5 per cento, toccando il valore più alto da ottobre 2008 e superando il record di gennaio, quando aveva fatto segnare quota 4,2 per cento. Numeri - commenta la Cia -  che per le famiglie si traducono in una stangata senza precedenti, soprattutto perché a crescere sono ancora una volta i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, dal cibo ai carburanti.


Nel mese i listini della benzina salgono del 18,7 per cento e quelli del gasolio del 25,4 per cento, con effetti a catena su tutta la filiera alimentare. A pagare infatti sono - prosegue l'organizzazione di categoria -  prima i produttori, che spendono praticamente il doppio dell’anno scorso per riscaldare le serre e alimentare i mezzi meccanici -spiega la Cia- e poi i consumatori al supermercato, che scontano la dipendenza quasi totale dal trasporto su strada per la distribuzione dei prodotti dalle campagne alla tavola.

Il risultato è che a febbraio i prezzi al consumo degli alimentari lavorati crescono del 3,4 per cento tendenziale e quelli degli alimentari freschi dell’1,8 per cento. In particolare -ricorda la Cia- il caffè schizza su del 14,7 per cento, il pesce del 5,9 per cento, la carne rossa del 2,7 per cento e la pasta del 2,3 per cento.

Discorso diverso è invece quello della verdura fresca, i cui listini restano bassi rispetto a febbraio 2011 (meno 0,1 per cento), ma volano al più 8,6 per cento nel confronto con gennaio. Sui prezzi dei vegetali cioè -osserva la Cia- si è scaricato quasi tutto il peso dell’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia: blocco delle consegne, 150 mila tonnellate di ortofrutta “bruciata” dal gelo, finita al macero o ferma nei magazzini e conseguenti fenomeni speculativi al dettaglio.

Quello che è certo, però, è che l’incremento dei costi per il carrello alimentare e contemporaneamente la spesa maggiore per i carburanti -conclude la Cia- rappresentano un mix devastante per i bilanci delle famiglie. Continuando così non ci potrà essere alcuna risalita dei consumi e, quindi, nessuna ripresa economica.

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