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Filiera Corta

Il consumatore 4.0 acquista cibo per "saziare" la mente . Non per fame

Emerge dallo studio dell’Osservatorio Cibi, Produzioni, Territori di Eurispes, Uci, Universitas Mercatorum

Roma- E’ sempre più informato e consapevole il consumatore di oggi. Acquista prodotti certificati ma non si fida più solo di un bollino. Nello specifico è evidenziato che i consumatori 4.0 non hanno più fame, ma appetito, e questo è saziato nella loro mente più che nella loro pancia. E’ l’identikit dell’ 'Osservatorio Cibi, Produzioni, Territorio (Cpt) di Eurispes, Uci e Univesitas Mercatorum, che ha raccolto dati, approfondito fenomeni legati al mercato del mondo alimentare, e osservato come cambiano le abitudini dei consumatori nel Position Paper “I consumi alimentari: conoscere per agire”. I consumi delle famiglie rappresentano- spiegano gli analisti- la quota più importante del Prodotto interno lordo italiano e, in quest'ambito, quelli alimentari pesano l'11% (secondo dati Istat del 2018).

 Dal report emerge in particolare che in tema di qualità ambientale della terra d’origine dei prodotti, un cibo è considerato di qualità se “c’è una certificazione ambientale del luogo” per quasi la totalità degli intervistati (98%); “si sa da dove viene” per il 93,7%; “il luogo d’origine è bello e ben tenuto” per quasi otto su dieci (78,8%); “è lontano dai grandi centri abitati” solo per tre su dieci (29,4%). Passando al tema della naturalità dei processi dei prodotti, secondo il campione preso in esame, un cibo è di qualità se “è certificato bio” per l’84,7%, con una differenza di dieci punti tra le opinioni delle donne (89,6%) e quelle degli uomini (79,6%); “segue processi produttivi certificati” per otto su dieci (81%); “è fatto come una volta” per il 67,4%; solo il 57,9% ritiene che sia di qualità se “è fresco”.

in data:21/11/2019

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