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Il dominio internet “.pizza” finisce in mani straniere. Per l'Italia è vera beffa
A comprarlo è l'azienda statunitense Donuts. Il danno per il Belpaese- dicono gli operatori- è inestimabile. La trattativa è stata condotta dall'Icann
Roma- L’Italia si fa soffiare il dominio internet “.pizza” dalla Donuts, un'azienda statunitense che da oggi in poi potrà commercializzare qualsiasi prodotto con un sito, ad esempio, margherita.pizza. La trattativa di vendita è stata condotta dall'Icann, l'ente statunitense per la vendita dei domini web e per L’Italia, dicono in molti, è una vera e propria beffa, oltre che essere un danno inestimabile al made in Italy.
A lanciare l’allarme sulla vicenda e sull’inamovibilità del Governo sulla questione dei domini internet sono i deputati del Movimento Cinque Stelle (M5s). In particolare la problematica, nata alcuni mesi fa e amplificata dalla scelta del presidente americano Obama di essere pronto a trasferire il ruolo fondamentale nell'attribuzione dei domini internet ad una governance internazionale, sembra al momento non aver ancora trovato soluzioni negli incontri internazionali di Buenos Aires e Singapore, ma continua ad infiammare il dibattito per l'attribuzione dei nuovi domini web “vin” e “wine” che i produttori di vino italiani ed europei vorrebbero regolamentare per tutelare le produzioni ad indicazione geografica doc e docg dai falsi e dalle imitazioni, mentre gli Stati Uniti sostengono la libertà assoluta in rete per difendere la propria industria del vino.
La situazione resta dunque molto calda e il caos rende facile- come dicono gli esperti, mantenere lo status quo con gli effetti di vendere domini fondamentali per il made in Italy come “.pizza” . Per questo i deputati del M5s sono fortemente preoccupati per la situazione. "Come temevamo – dichiarano in una nota- è stato venduto dall'Icann, l'ente statunitense per la vendita dei domini web, il dominio .pizza". "Un danno inestimabile al nostro made in Italy - incalzano i deputati. Da mesi stiamo- spiegano ancora- sollecitando il governo ad agire prima possibile nelle dovute sedi internazionali. L'allarme non finisce qui, sono a rischio i .vin e i .wine. Prima che sia troppo tardi- concludono- salviamo i nostri produttori di vino dalla cannibalizzazione delle loro eccellenze".
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