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Il lavoro di chef assicura il futuro
Secondo US Bureau of Labor Statistics la figura professionale più richiesta tra il 2012 e il 2018 sarà quello del cuoco.
Roma - In una crisi lavorativa e occupazionale mai così nera come in questi ultimi periodi arriva da oltreoceano la speranza del futuro. Secondo US Bureau of Labor Statistics la figura professionale più richiesta tra il 2012 e il 2018 sarà quello del cuoco. Dagli operatori si segnala infatti che è di molto aumentata la richiesta di chef ed aumenta anche il grado d’istruzione di chi entra in cucina. Nel 2018 il 23% di chi indossa toque e grembiule sarà in possesso almeno di un diploma di scuola superiore, mentre i cuochi con un master o un diploma di laurea rappresenteranno il 15% del totale.
La tendenza è confermata anche da Luciano Toia, direttore didattico di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno. "È una professione - dichiara al "Corriere della Sera" - che ha il pregio di essere necessaria anche perché la macchina non potrà mai sostituire la mano dell’uomo. Al mondo della ristorazione oggi in Italia fanno capo - prosegue Toia - circa 160 mila imprese. La gran parte sono esercizi a conduzione individuale accanto però a grandi entità ristorative, di alta cucina o anche di altre tipologie: per esempio la ristorazione collettiva. Il nostro compito è - conclude - accompagnare i giovani verso il lavoro. Oggi il capocuoco è una figura di riferimento che oltre alla tecnica deve essere in grado di gestire un team di persone. Servono umiltà, capacità di confrontarsi con gli altri e predisposizione allo studio"
Ad oggi, secondo analisi il 90% dei diplomati del Corso Superiore di Cucina Italiana trova in pochi mesi un lavoro stabile e circa un terzo degli studenti della scuola si vede formulare un’offerta di lavora prima ancora della conclusione del percorso di studi. Altro elemento significativo è uno su cinque dei diplomati Alma c lavorano all’estero