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Il sisma mette ko l’agricoltura
Dalle prime stime i danni per l’agroalimentare, a partire dalla prima scossa del 20 maggio, potrebbero essere pari al mezzo miliardo. Le organizzazioni agricole chiedono la proroga di Iva, Irap, Inps Irpef e Ires
Roma - Il terremoto colpisce duramente, dopo il 20 maggio, ancora il territorio dell’Emilia Romagna e del Nord Italia. La situazione, già tremendamente grave, precipita dunque con il verificarsi delle nuove scosse avvenute in queste ultime ore. E stando ai primi monitoraggi delle organizzazioni agricole, in primis Coldiretti e Cia, i danni al sistema agroalimentare sono molto pesanti.
Coldiretti stima in almeno mezzo miliardo i danni nel settore tra nuovi crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili), di capannoni e stabilimenti di trasformazione, danni ai macchinari e un totale di circa un milione di forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano rovinate a terra dopo le ultime scosse che hanno provocato ulteriori crolli delle “scalere”, le grandi scaffalature di stagionatura. L’organizzazione agricola fa presente inoltre che insieme alla necessaria azione di assistenza chiede al Consiglio dei Ministri di fare presto nel varare provvedimenti di sostegno alle imprese poiché ci sono almeno 150 milioni di euro stimati di tasse in scadenza entro il mese giugno per le aziende agricole delle aree colpite dal sisma. Oltre alla prima rata dell’Imu – spiega Coldiretti - occorre intervenire sull’Iva, l’acconto 2012 e il saldo dell’Irpef o dell’Ires, l’Irap e i contributi Inps in scadenza entro giugno, senza dimenticare - incalza Coldiretti - le rate di mutui e prestiti che ci aspettiamo vengano prorogate.
Dello stesso avviso la Confederazione italiana agricoltori (Cia). A spiegarlo nel dettaglio è il presidente dell’organizzazione agricola Giuseppe Politi. “Dal territorio -spiega- cominciano a giungerci notizie di crolli di edifici rurali già danneggiati dal primo terremoto e nuove lesioni a cascine, stalle, fienili, magazzini e serre. Tutto questo in una situazione già critica, con danni acquisiti per 250 milioni di euro tra strutture crollate, macchinari rotti, animali finiti sotto le macerie. A cui vanno aggiunte le perdite economiche per produzioni pregiate come Parmigiano Reggiano e Grana Padano (almeno 135 milioni di euro) e Aceto balsamico tradizionale (tra 10 e 15 milioni di euro)”.
“Il sistema produttivo è in ginocchio -sottolinea il presidente della Cia- nei Comuni colpiti operano più di 10 mila imprese agricole per circa 200-250 mila ettari coltivati o con allevamenti. Aziende che, nonostante la paura e i danni subiti, hanno voglia di reagire e ricominciare. Per questo oggi la sospensione dell’Imu e delle altre scadenze fiscali e previdenziali è un atto dovuto. Per tutti”.
“Il governo, cioè, deve intervenire immediatamente e predisporre misure che consentano ai cittadini e agli imprenditori delle zone devastate dal sisma di usufruire della sospensione dell’Imu e delle altre imposte, al di là dei sopralluoghi e delle certificazioni da parte dei tecnici predisposti. Bisogna accelerare al massimo i tempi di azione -osserva Politi- e procedere agli interventi necessari. Senza sostegni concreti e immediati, molte aziende potrebbero essere costrette a chiudere. Con il rischio serio di mettere in crisi un settore che è fondamentale non solo per l’economia del territorio emiliano-romagnolo, ma per tutto il ‘made in Italy’ agroalimentare”.
Pur riconoscendo e certificando la gravità della situazione Confagricoltura ritiene invece prematuro far delle stime dei danni. “In una situazione in cui la protezione civile sta cercando di stabilire quante persone possono essere ancora sotto le macerie azzardare cifre – spiega l’organizzazione agricola - sui danni è un’operazione perlomeno azzardata. Con strade bloccate, telefoni in tilt e interi paesi sgomberati non si può avere una attendibile contabilità dei danni alla produzione agricola e ogni calcolo fatto sulle ipotesi rischierebbe di rivelarsi sbagliato per difetto o per eccesso”.
La zona devastata dal sisma – continua Confagricoltura - si è ampliata ed ha investito altri Comuni che erano stati toccati solo parzialmente dal primo evento sismico. Tragica la situazione a Mirandola, Cavezzo, Medolla, pure nelle campagne. Nelle aree già toccate i danni si sono sommati a quelli precedenti.
Si registrano crolli strutturali di fabbricati ed abitazioni rurali. Altri caseifici sono stati colpiti ed hanno subito perdite ingenti con le scalere di parmigiano cadute ed il prodotto rovinato a terra. La stessa Confagricoltura di Modena su otto sedi comunali ne ha quattro inagibili; comunque una dozzina di tecnici dell’Organizzazione sono all’opera e si spostano da azienda ad azienda, per valutare la situazione e verificare emergenze e necessità.
Ai danni – conclude l’organizzazione - si aggiungono le emergenze. Confagricoltura chiede per gli agricoltori, che non possono allontanarsi dalle loro aziende, roulotte e camper. In ampie zone manca la corrente elettrica impedendo la mungitura del bestiame. Molti allevatori stanno provvedendo con gruppi elettrogeni.
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