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Imprese agricole sull'orlo di una crisi di nervi. La spirale negativa di mercato non dà tregua alle aziende
Il maltempo delle ultime settimane aggrava una situazione non facile per gli agricoltori. I prezzi all’origine continuano (tranne qualche eccezione) a calare e nei 12 mesi trascorsi hanno chiuso oltre 26 mila le attività del comparto
Roma – Nell’ultimo anno (dal 30 giugno 2013 al 30 giugno 2014) hanno chiuso i battenti oltre 26 mila imprese agricole (-3,3% del totale) trascinate nella spirale negativa della crisi (anche dei consumi) e da una difficile situazione di mercato. E’ quanto emerge dal rapporto AgrOsserva (dossier di Ismea e Unioncamere, relativo al II° trimestre 2014) che rileva come siano le forme d’impresa più semplici, per lo più le imprese individuali, a farne le spese.
Le imprese agricole, comprese quelle che operano nel comparto orto-frutticolo, soffrono (non è una novità) di una sfavorevole congiuntura di mercato caratterizzata, oltre che da un incremento dei costi per l’acquisto dei mezzi correnti di produzione, da un tendenziale ribasso dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli.
Secondo Ismea, infatti, i prezzi medi (rilevati a giugno) delle produzioni agricole registrano – in linea con la tendenza rilevata su base annua – forti riduzioni rispetto al mese precedente (-8,1%), dato che, scomposto per singolo comparto, ha fatto registrare una flessione pari a -18,7% per la frutta, -16% per gli ortaggi e -4,8% per i cereali. ll mercato tra, l’altro risulta essere tendenzialmente caratterizzato anche da una debole domanda e da una crisi dei consumi che – secondo i dati AgrOsserva – negli ultimi sei mesi si sono ulteriormente ridotti, -1,2% in termini di quantità e -3,1% per quanto riguarda il valore.
E come non bastasse, ad aggravare una situazione già complicata per le imprese agricole, sono arrivate le piogge e le basse temperature che hanno caratterizzato le ultime settimane e che hanno causato (con qualche eccezione geografica) un rallentamento del ciclo produttivo delle colture agricole e problemi per quanto riguarda la gestione fitosanitaria.
Non a caso, già si parla – in particolare nelle Regioni del Nord, quelle tra l’altro più interessate dall’impoverimento del tessuto imprenditoriale rilevato da AgrOsserva – di cali produttivi per le colture orto-frutticole stagionali, rischio che si aggiunge alle maggiori difficoltà di una gestione agronomica finalizzata a contenere le malattie crittogamiche nonché all’incremento dei costi d’esercizio, sostenuti delle imprese agricole per cercare di raddrizzare la situazione. C’è da rilevare, stando ai dati Ismea, che (tranne qualche eccezione per gli ortaggi a foglia, fagiolini, zucchine e pomodori) il maltempo e le avverse condizioni climatiche non hanno causato (almeno per il momento) un rialzo dei listini.
In sintesi, a fronte della critica situazione di mercato e dell’incremento dei costi d’esercizio connessi al maltempo delle ultime settimane, i prezzi all’origine dei prodotti agricoli (almeno finora) continuano a calare. E le imprese agricole, verosimilmente, a soffrire.
Stefano Sequino
in data:12/08/2014