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Filiera Corta

In Italia si consuma poco pesce

 Gli italiani mangiano poco pesce. A segnalarlo è l'ultima indagine Inran-Scai 2005-2006. Il rapporto sottolinea che nello stivale si consumano in media a settimana solo 90 grammi di pesce contro i 200 consigliati dalle Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana.


Proprio per rendere questo alimento alla portata di tutti e per moltiplicare le occasioni di consumo, l'acquacoltura fornisce costantemente prodotti tradizionali, ma anche «nuove specie» da allevamento. E a tal fine, l'Inran, l'Ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, ha partecipato al progetto di ricerca «Tecniche innovative di valorizzazione di due nuove specie ittiche - Argyrosomus regius (ombrina) e Solea solea (sogliola)», finanziato dall'Arsia Toscana, coordinato dal C.I.R.S.Pe. Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca sotto la responsabilità scientifica dell'Università di Roma «Tor Vergata».

I risultati degli studi sull'ombrina la indicano come specie ideale da allevare, sia per le sue caratteristiche sia per il suo rendimento. È emerso, infatti, che questo pesce del Mediterraneo, in allevamento può raggiungere anche i 5 kg di peso e presenta carni bianche dal sapore delicato e facilmente porzionabili in filetti generosi. Ciò lo rende una valida alternativa nostrana al pangasio o a un altro prodotto filettato di importazione, soprattutto nell'ambito della ristorazione collettiva. Sotto il profilo nutrizionale, l'ombrina si caratterizza sia per un elevato contenuto di proteine, sia per la presenza di omega 3 in buona quantità (che è possibile aumentare con una dieta mirata), sia per la bassa percentuale di grassi attestata sul 2-4% rispetto al 6% in media del pesce allevato.

La ricerca condotta dal Gruppo di Lavoro che si occupa di prodotti ittici dell'Inran ha dimostrato, inoltre, che i filetti, correttamente conservati a temperatura di refrigerazione, possono essere conservati anche fino a 12 giorni. «Abbiamo valutato la qualità e conservabilità dei filetti di ombrina - afferma Elena Orban, responsabile scientifico per l'Inran del progetto - in funzione delle modalità di allevamento e soprattutto della dieta. Questo perchè crediamo sia possibile ottenere un pesce più sostenibile per l'ambiente, controllato lungo la filiera produttiva, dalle caratteristiche nutrizionali e organolettiche elevate, ma a prezzi decisamente più contenuti del pesce pescato». Buone le prospettive, anche se ancora preliminari, per l'allevamento della sogliola.

in data:29/06/2010

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