Filiera Corta
In calo i prezzi degli alimentari freschi
La diminuzione segnalata dall’Istat per il mese di agosto è dello 0,4%
Roma - Sono gli alimentari non lavorati l’unica nota positiva del report sull’inflazione di agosto. I dati provvisori dei prezzi al consumo Istat rispetto a luglio segnalano infatti un calo dello 0.4%. A fronte dunque di un inflazione che ha raggiunto il 2,8 dal 2,7% del mese scorso, i prezzi dei prodotti alimentari freschi proseguono all’insegna di un effetto di contenimento dell'inflazione.
I beni alimentari hanno registrato una variazione nulla rispetto ad agosto e un aumento del 2,2% rispetto ad agosto 2010. Complessivamente l’inflazione ha toccato il valore più alto da ottobre 2008. L'inflazione acquisita nel 2011 è pari al 2,6%.
“Che i prezzi degli alimentari freschi diminuiscano - ha commentato Confagricoltura - è una buona notizia per i consumatori, in un momento di grandi difficoltà per l’economia e le famiglie. Ci auguriamo, tuttavia, che possano incentivare anche una ripresa delle vendite di frutta e verdura dei nostri produttori.” L'organizzazione fa presente inoltre che i prodotti alimentari non lavorati, rispetto a luglio, hanno registrato quotazioni ulteriormente in calo (-0,4%), dovute soprattutto alla diminuzione dei prezzi della frutta fresca (-2,4%), della verdura (-2,2%), delle patate (-0,9%).
“L’agricoltura - prosegue Confagricoltura - sta continuando a fare da parziale ammortizzatore ad un’inflazione giunta al 2,8% su base annua. Ma questo ruolo di salvagente contro il carovita i produttori agricoli lo stanno pagando a caro prezzo.”
“Non va dimenticato - ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - che i prezzi pagati ai produttori sono in caduta libera da otto mesi e che la crisi si è particolarmente acuita quest’estate. La frutta viene svenduta dai produttori a quotazioni inferiori del 29% rispetto all’anno scorso e la verdura di poco meno del 22%, mentre i costi di produzione aumentano; molte aziende agricole hanno rinunciato a raccogliere il prodotto”.
“Occorrono – conclude Confagricoltura - misure idonee a favorire i produttori nell’ambito delle filiere, ma anche interventi che permettano la concentrazione dell’offerta e l’aggregazione del prodotto”.
La continua crescita dell'inflazione, che ha raggiunto, come rilevato dai dati Istat, il livello più alto dal 2008 con il 2,8%, evidenzia - dichiara invece il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso - la colpevole assenza di un piano nazionale agricolo che rilanci il settore e che contrasti la crisi economica.
La forte incidenza sull'inflazione della crescita dello 0,3% dei prezzi al consumo rispetto a luglio – continua il presidente – indica una fase recessiva progressiva, alla quale, purtroppo, non corrisponde nessun piano di contrasto che guardi al futuro.
Il mondo agricolo ha più volte sottolineato l'esigenza di interventi strutturali e tempestivi, senza però ricevere alcuna risposta degna di nota. Nonostante le numerose richieste degli operatori del comparto agroalimentare di misure in grado di ammodernare la filiera agroalimentare, ancora nulla è stato fatto in tal senso, se non misure tampone dalla dubbia efficacia e prive di una visione prospettica. Sono questi – conclude Tiso - i limiti che sconta il sistema agricolo italiano e sui quali è necessario lavorare per farlo ripartire.