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In cantiere il Manifesto della sagra autentica
Il documento, articolato in sette punti, è proposto dal gastronauta Davide Paolini
Mettere una linea di confine tra le sagre autentiche ed eventi che poco hanno a che fare con la valorizzazione di un territorio e dei suoi prodotti. E’ la proposta del gastronauta Davide Paolini e di un pool di esperti presentata ieri a Montecatini Terme (Pistoia) dove è in corso la manifestazione enogastronica “Territori in festival”.
Il progetto prevede la realizzazione di un “Manifesto delle Sagre” dove vengono proposte le linee guida per riconoscere e distinguere le sagre autentiche da iniziative non proprio finalizzate alla conoscenza e promozione dei prodotti di un territorio
Il manifesto delinea, attraverso sette punti, una serie di parametri a uso e consumo di quel turismo alimentato da un interesse verso la sagra. In particolare, secondo il manifesto una sagra può essere definita “tradizionale” nel solo caso che abbia almeno nel passato un legame tra il prodotto e il suo territorio, documentato da tradizione orale e scritta.
Il manifesto propone inoltre che la sagra non abbia una finalità speculativa. Nel dettaglio si spiega nel documento che la sagra non debba essere uno strumento di business e profitto, ma un veicolo di valorizzazione del territorio e della comunità al fine da dare un'occasione alla comunità locale (operatori commerciali e non) per riflettere sulle proprie origini e sulle proprie risorse.
La sagra – si precisa inoltre - deve garantire al meglio la tracciabilità, la divulgazione, la conoscenza dei propri prodotti e la trasparenza fiscale e la durata temporale non può superare una settimana.