Filiera Corta
In cantiere la "mini tassa" sulle bibite gassate
Allo studio del Governo una misura fiscale di 3 centesimi tesa al miglioramento dello stile di vita. Consumatori e produttori bocciano l'ipotesi
Roma – Un sonoro no alla proposta del ministro della Salute Renato Balduzzi alla “mini-tassa” sulle bibite zuccherate e gassate da parte di produttori e consumatori. Il progetto allo studio del Governo pensato come monito per genitori e figli ad adottare stili di vita più sani proprio non piace. All’esecutivo invece porterebbe ogni anno un ingresso di 250 milioni di euro. Il ministro – spiegando il probabile provvedimento ha chiarito che non si tratta di una tassa ma di ''un limitato prelievo di scopo'' di appena ''tre centesimi'' che non ''sconvolgerebbe il sistema'' e non creerebbe problemi ''ne' ai produttori ne' ai consumatori'', consentendo invece di investire risorse per ''rafforzare campagne di prevenzione'' e mettere in campo ''alcuni interventi mirati in campo sanitario''.
Spiegazione che non è valsa a evitare l’opposizione di produttori come Coca-Cola e degli stessi consumatori. La misura, già illustrata e discussa come ipotesi al tavolo con le Regioni per il rinnovo del Patto per la Salute, è giudicata da Assobibe come una tassa''immotivata, discriminatoria'' e per questo ''inaccettabile'' secondo l’ associazione dei produttori di bevande analcoliche, anche perche' ''l'Italia e' al penultimo posto tra i Paesi Ue per consumi pro-capite'' e le bibite analcoliche gassate ''contribuiscono per meno del 2% - dicono i produttori - all'apporto calorico medio quotidiano. Il ministro sostiene invece che la necessità di intervenire deriva dalla ''sottostima'' del problema da parte delle famiglie, visto che ''meta' dei nostri ragazzi consumano troppe bevande zuccherate e gassate'' che contribuiscono a creare problemi di sovrappeso e obesita' che affligge anche l'Italia.
Di parere nettamente contrario il Codacons. E una tassa che in piu' e' ''ipocrita'' secondo l’associazione dei consumatori perche' ''con la scusa della corretta alimentazione e dello scopo sanitario, il Governo vuole mettere le mani nelle tasche dei cittadini''. Da Coca Cola Italia (8 stabilimenti, 3.300 lavoratori, decine di migliaia considerando l'indotto) si dicono "stupiti e preoccupati". "Oltre all'inefficacia per combattere l'obesità avrebbe conseguenze sul potere d'acquisto dei consumatori" dice il direttore della comunicazione Alessandro Magnoni. ''Attraverso le nostre associazioni di categoria - aggiunge Magnoni - abbiamo più volte chiesto un incontro con ministro, ancora senza esito. Ricordo che il nostro settore è al top dell'aliquota Iva al 21%, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentare che pagano aliquote tra il 4 e il 10% mentre la media Ue è al 16%". Nel quadro degli altri Paesi europei, "in Francia il primo gennaio scorso l'ex governo Sarkozy ha introdotto sulle bevande un'accise ex ante di 0,7 centesimi litro. L'ipotesi italiana a quanto sappiamo - prosegue il responsabile comunicazione del gruppo Italia - sarebbe di 0,3 cent a bottiglia, pari 10 cent al litro superiore a quella francese".