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Agroindustria, l'aria è più serena

L'indagine Ismea condotta a marzo su un panel di 1.200 aziende di settore segnala il superamento del sentiment negativo dopo due anni di preoccupazioni legate all'andamento del mercato

Roma- Ritorna la fiducia tra le imprese dell’industria alimentare italiana, dopo oltre due anni di sentiment negativo. Lo rileva l’Ismea sulla base dei risultati della consueta indagine trimestrale condotta a marzo su un panel di 1.200 industrie italiane del settore.

L’indice che misura la confidence delle aziende ha assunto nel primo trimestre di quest’anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013.

Determinanti, ai fini dell’evoluzione positiva della fiducia, i giudizi sulle attese di produzione che risultano in netto miglioramento sia su base trimestrale che annua, mentre gli ordini correnti vengono indicati inferiori alla media del periodo e le scorte di magazzino in lieve accumulo sui livelli normali stagionali.

Settorialmente, emerge dall’indagine Ismea, la maggior parte dei comparti produttivi, nei primi tre mesi dell’anno, ha beneficiato di una congiuntura positiva o in miglioramento, con performance migliori per le industrie delle acque minerali e delle bevande analcoliche, dei gelati, della lavorazione del pesce, del vino, del riso e della pasta, che hanno registrato un livello dell’indice superiore alla media. Di converso, per le industrie dei settori oleario, molitorio e della macellazione delle carni rosse l’indice si è rivelato negativo.

Quanto all’analisi su base territoriale, il clima di fiducia è risultato positivo e in miglioramento in tutte le aree del Paese, ma con gradi d’intensità diversi. L’indice più elevato è stato registrato dalle imprese del Centro, seguite da quelle del Nord Ovest, del Nord Est e del Mezzogiorno. La crescita della fiducia rispetto al trimestre precedente, invece, risulta più marcata nel Nord Ovest (+27,6), meno evidente nel Nord Est (+5,1) e al Centro (+4,8), più debole nel Mezzogiorno (+0,3).

Infine, il focus curato dall’Ismea sulle caratteristiche dell’offerta dell’industria alimentare nel 2014, in termini quanti-qualitativi, ha messo in evidenza uno scenario improntato alla cautela, riconducibile agli elementi di incertezza che ancora permangono nello scenario economico del nostro Paese. Nel dettaglio, l’82% delle imprese intervistate ha dichiarato che quest’anno manterrà invariato il proprio piano di produzione, senza apportare cambiamenti nel livello della manodopera occupata, il 7% ha manifestato la volontà di ridimensionare la produzione e solo il 9% si è espresso in senso contrario, indicando intenzioni di ampliamento.

Sul fronte qualitativo si profilano invece possibili cambiamenti dettati da una buona propensione all’innovazione delle imprese intervistate. Il 23% del campione ha dichiarato di voler realizzare investimenti per innovazioni sia di prodotto sia di processo; un altro 3% solo investimenti per innovazioni di prodotto e un 11% solo per innovazioni di processo.

in data:07/05/2014

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