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Industria molitoria, sopravvivenza tra gioie e dolori
Il comparto registra una crescita del fatturato nel 2011 (+25%), ma per l'anno in corso le aspettative non sono buone a causa dei costi di energia, trasporti e accesso al credito
Roma – Un bilancio in chiaroscuro. L’industria molitoria italiana chiude infatti lo scorso anno con volumi stabili (quasi 7,5 milioni di tonnellate di farine e semole) grazie al buon andamento delle esportazioni di pasta e a un fatturato in crescita del 25% (3,5 miliardi di euro) dovuto alla crescita tra il 25% e il 50% dei prezzi della materia prima frumento che rappresenta oltre l'80% del giro d'affari del comparto. E’ quanto stato ufficializzato in occasione dell'assemblea annuale di Italmopa, l'associazione industriali Mugnai d'Italia (375 molini e 4.600 addetti), comparto della trasformazione primaria del frumento tenero e duro per la produzione di farine destinate alla produzione di pane, dolci, pizza e pasta.
Per il 2012 le aspettative però non sono buone. Già a partire dai primi mesi del 2012 il settore accusa un aumento dei costi di energia, trasporti e accesso al credito che, unito alla crisi dei consumi alimentari (nel 2011 è calata la domanda di di farine per pane -1% e per dolci -2,2%), rischiano di erodere margini di redditività delle aziende molitorie.