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Inizia l'avventura di Expo 2015. Gli italiani riscoprono la cultura del cibo
In occasione dell'apertura dell'Esposizione universale un 'indagine Coldiretti-Eurispes ha indagato i comportamenti di acquisto di un campione rappresentativo di cittadini: l'84,5% privilegia prodotti Made in Italy
Roma- Ci siamo. Poche ore ancora e l’Italia sarà il palcoscenico del mondo per sei mesi. Si apre domani a Milano, 1 maggio, Expo 2015. Fino al 31 ottobre, all’insegna dello slogan "Nutrire il pianeta, energia per la vita", 145 Paesi partecipanti, spalmati su una superficie espositiva di 110 ettari a nord-ovest del capoluogo lombardo, metteranno in mostra il meglio della loro storia. Al centro dell’esposizione universale la qualità e sulla sicurezza del cibo e dei prodotti alimentari e tutte le problematiche legate alla produzione alimentare e all’approvvigionamento. L’evento apre un dibattito che non ha precedenti, ma c’è anche chi si chiede alla vigilia della grande manifestazione gli italiani, gestore dell’evento, sanno quando un alimento può essere considerato di qualità? E come si orientano nei consumi? L’Eurispes, in collaborazione con Coldiretti, ha indagato i comportamenti di acquisto di un campione rappresentativo di cittadini italiani (1042, dai 18 anni in su) nell’ambito dei prodotti alimentari Made in Italy e di qualità. La grandissima maggioranza (84,5%) nei propri consumi alimentari privilegia prodotti Made in Italy. Ben l’80% controlla inoltre l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari.
L’abitudine di acquistare spesso prodotti a marchio Dop, Igp, Doc è meno frequente, ma messa comunque in pratica del 43,8% dei consumatori. Più di un terzo (34,4%) compra spesso prodotti alimentari biologici. Oltre un terzo invece di sceglie i prodotti più economici, indipendentemente dalla loro provenienza (34,8%). La quasi totalità degli italiani afferma di preferire gli alimenti di origine italiana, garanzia a loro avviso di qualità e di sicurezza ed espressione di un territorio in grado di produrre una varietà senza pari di eccellenze nel settore. Gli intervistati si presentano inoltre come consumatori quasi sempre attenti alle caratteristiche degli alimenti, come testimonia l’abitudine di leggere le informazioni riportate sulle etichette. D’altra parte, l’acquisto dei prodotti di eccellenza – quelli con marchio e quelli biologici – è un’abitudine diffusa solo in parte, si può presumere, per ragioni di costo. Non sono pochi gli italiani che nei propri consumi alimentari si dimostrano orientati non alla qualità ma al risparmio, scegliendo sempre l’offerta più economica senza tener conto della provenienza. Si tratta senza dubbio di una quota di consumatori lievitata nel corso di questi anni di pressante crisi economica.
Mettendo a confronto le risposte fornite quest’anno con quelle del 2012 emerge una accresciuta propensione degli italiani a scegliere gli alimenti Made in Italy: lo fa l’84,5% contro il 77,6% di tre anni fa. È in aumento anche il numero di quanti controllano etichettatura e provenienza dei prodotti (80% contro 76,8%). Sebbene raccolga quasi il 50% consumatori, la ricerca della qualità con l’acquisto di prodotti con marchio Dop, Igp, Doc rimane stabile (dal 43,8% del 2012 al 46,4% del 2015). Sono inoltre in lieve aumento i consumatori che affermano di scegliere in ogni caso gli alimenti più economici, indipendentemente dalla loro provenienza (passati dal 30,7% al 34,8%). I 18-24enni si distinguono rispetto alle fasce d’età più elevate per la minore propensione ad acquistare in modo privilegiato i prodotti alimentariMade in Italy: dichiara di farlo il 69,6%, contro percentuali superiori all’85% di tutte le altre classi di età. I giovanissimi (dai 18 ai 24 anni) sono anche meno abituati, rispetto agli altri, a controllare l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari (70,7%, a fronte di una media dell’80%) e sono anche quelli che affermano più spesso di privilegiare alimenti economici indipendentemente dalla provenienza (40,2%).
Si nota dunque nei ragazzi una minore attenzione alla qualità ed alla provenienza italiana degli alimenti, rispetto agli adulti. Non si tratta probabilmente soltanto di minori disponibilità economiche dei più giovani, ma anche di una consapevolezza dell’importanza della qualità e del valore dei prodotti del territorio italiano che evidentemente cresce con gli anni. E le motivazioni sono chiare: si tratta di un’eredità di conoscenza che altrimenti andrà dispersa. Molto invece andrebbe fatto in termini di educazione e di divulgazione per accrescere una cultura della cibo e della buona alimentazione presso i più giovani. In conclusione, se i consumi alimentari rimangono fermi in questa difficile congiuntura, quelli legati al Made in Italy e alle produzioni di nicchia segnano invece un incremento: nelle scelte di molti italiani la qualità prevale sulla quantità.
L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE IN PILLOLE
Per sei mesi, dall'1 maggio al 31 ottobre, il mondo intero sara' simbolicamente unito in 110 ettari a nord ovest di Milano. In nome del cibo e del TEMA: "Nutrire il pianeta, energia per la vita".
PAESI: a Expo Milano 2015, elenca il sito dell'esposizione, partecipano ufficialmente 145 Paesi. Alcuni, come Uruguay o Ecuador, lo fanno per la prima volta con un loro padiglione. Sono poi presenti 3 organizzazioni sovranazionali (Onu, Ue, Comunita' Caraibica) e 13 organizzazioni civili, da Save the Children al Wwf, da Action Aid alla Caritas). Quindi 5 padiglioni "Corporate" delle aziende private.
CLUSTER: in inglese la parola significa "grappolo". Expo Milano di "grappoli" ne ha nove, 9 padiglioni collettivi dedicati a Paesi uniti in nome di una caratteristica comune: 6 cluster riguardano l'alimento che unisce i Paesi presenti (cacao, caffe', riso, grano, frutta, spezie), 3 riguardano la caratteristica geografica che unisce i Paesi (Zone Aride, Mare e Isole, Biomediterraneo).
PADIGLIONI: sono oltre ottanta. Una cinquantina sono "self-built" (54 Paesi ne hanno uno "proprio") , sono stati cioe' realizzati direttamente dai Paesi o dalle realta' partecipanti (come Coca Cola, la cinese Vanke); altri (i cluster) sono stati costruiti per unire piu' Paesi. Il piu' grande e' quello della Germania, seguito da quello della Cina. Tutti sono ecosostenibili: a fine manifestazione saranno smontati e rimontati nei rispettivi Paesi, oppure in altre zone.
PADIGLIONE ITALIA: e' un quartiere che si sviluppa lungo una strada di 325metri intorno alla quale, organizzate in borghi e piazzette, vengono presentate le eccellenze italiane. Cuore del quartiere e' Palazzo Italia, struttura avveniristica di 5 piani. Struttura in cemento biodinamico bianco creato da Italcementi restera' anche dopo l'esposizione.
ALBERO DELLA VITA: ideato da Marco Balich, e' l'icona del Padiglione Italia. Realizzato in acciaio e legno da un consorzio di 19 aziende (Orgoglio Brescia) e' alto 35 metri e ha una chioma larga 42 che fiorira' di luci e giochi pirotecnici per offrire 1.260 spettacoli, uno ogni ora per i sei mesi dell'esposizione.
CARTA MILANO: e' il documento fondamentale, la vera eredita' che Expo Milano intende lasciare, una sorta di protocollo di Kyoto sulla sostenibilita' ambientale e alimentare del pianeta, che anche i visitatori di Expo potranno sottoscrivere. Verra' consegnato al segretario dell'Onu Ban Ki-moon il 16 ottobre, a Milano.
SICUREZZA: imponenti le misure messe in campo. Oltre 3.700 gli uomini in piu' mandati a Milano dal Viminale per l'esposizione. L'intero perimetro del sito e' protetto da una barriera metallica di 3,15 metri. Oltre 2.000 telecamere per un controllo costante da una sala operativa centrale, 750 gli uomini della vigilanza presenti per turno nel sito.