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Istat, frena l'inflazione a marzo
Frena l'inflazione a marzo, con il tasso annuo che si ferma allo 0,4% (dallo 0,5% di febbraio), segnando il minimo dall'ottobre del 2009. A rilevarlo è Istat nelle stime preliminarie . In soli cinque mesi la crescita dei prezzi si è così dimezzata. Su base mensile l'indice sale appena dello 0,1%. Nell' Eurozona l'inflazione è calata dello 0,5%. A febbraio era a 0,7%.
Crollano- commenta Coldiretti- del 6,5 per cento dei prezzi delle verdure fresche e del 3,6 per cento della frutta spingono in misura determinante al contenimento del tasso di inflazione a marzo rispetto allo scorso anno. Un contributo determinate – sottolinea la Coldiretti - è venuto dal crollo dei prezzi dell’ortofrutta per effetto di una andamento stagionale anomalo con il caldo che ha favorito l’anticipo e la maturazione contemporanea dei prodotti ma anche per il crollo nei consumi da parte delle famiglie che continuano a tagliare le spese per l’alimentazione. Complessivamente rispetto allo scorso anno i prezzi dei prodotti alimentari - continua la Coldiretti - sono aumentati dello 0,7 per cento con il calo delle quotazioni per la carne ovina e caprina (-0,1 per cento), e il lieve l’aumento della carne suina (+0,5 per cento) e del pollame (+1,7 per cento). Il caldo - precisa la Coldiretti - ha anticipato l’arrivo di molte primizie sul mercato e stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. La finta primavera ha provocato uno shock alle coltivazioni ingannate dall’insolito tepore che - continua la Coldiretti - ha fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta e favorendo la riduzione dei prezzi ed è oggi possibile trovare prodotti di qualità a condizioni convenienti. E’ tuttavia importante verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che - conclude la Coldiretti - è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche piu’ freschi e durano di piu’.
L’agricoltura- dice invece Cia- concorre a rallentare l’inflazione, che tocca un nuovo minimo a marzo, ma le buste della spesa rimangono sostanzialmente vuote. La riduzione netta dei prezzi di frutta e verdura fresca, che calano rispettivamente del 3,9 per cento e del 6,5 per cento tendenziale, contribuisce a evitare rincari sulla voce alimentare ma non modifica per nulla la situazione depressiva dei consumi. Prima di tutto quelli per la tavola.
Nonostante da novembre a oggi la corsa dei prezzi si è praticamente dimezzata, la domanda interna resta molto debole -osserva la Cia-. Gli italiani, cioè, sono costretti a praticare ancora una “spending review” sul cibo, tanto che se nel 2007 mettevano nel carrello 5 prodotti alimentari, ora ne prendono soltanto due.
Complice la crisi, la grande maggioranza delle famiglie ha ormai fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al risparmio e alla morigeratezza. Secondo il rapporto Cia-Censis, infatti, al supermercato l’85 per cento degli italiani cerca di eliminare ogni spreco ed eccesso. Inoltre, il 73 per cento riorganizza la spesa alimentare puntando quasi esclusivamente su offerte e promozioni. Ma soprattutto, con la spinta verso il “low-cost” e i discount, solo il 23 per cento oggi guarda alla marca come un elemento di garanzia di qualità.
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