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L’Ocm zucchero mette sotto scacco il comparto dei lieviti
La riforma dell’Organizzazione comune di mercato ha comportato una drastica riduzione della produzione saccarifera provocando alle imprese difficoltà nel reperimento del melasso, materia prima utile alla preparazione del prodotto e alla panificazione
Roma - Cercasi disperatamente melasso da zucchero. È questo l’appello fatto dal Gruppo Lievito delle imprese associate all’Associazione industriale olearia (Assitol) a seguito del serio problema di approvvigionamento del sottoprodotto dell'industria saccarifera proveniente dalla lavorazione della barbabietola da zucchero utile alla fabbricazione del lievito per la panificazione dopo la riforma europea dell’Ocm Zucchero che dal 2006 ha comportato una drastica riduzione della produzione saccarifera italiana.
Una situazione - dicono le industrie del comparto associate (90% del settore) - aggravata dalla concorrenza dei produttori di bioenergia, settore incentivato dall’Unione europea che sottrae quantità importanti di zucchero al comparto dei lieviti. Un problema – si spiega nel dettaglio - che non permette di reperire facilmente la materia prima in Italia e in Europa e costringe a rivolgersi all’importazione da Paesi terzi con la conseguenza di pagare prezzi più alti e di aumentare l’impegno e i costi dei controlli per fornire le stesse garanzie qualitative del prodotto finito.
La causa principale dell’approvvigionamento - è inoltre illustrato - è rappresentata dalla drastica diminuzione della produzione italiana di zucchero, pari al 50%, imposta dalla riforma Ocm zucchero. La riduzione del 50% delle quote produttive – viene aggiunto – ha determinato la chiusura o la riconversione in chiave bioenergetica di 13 zuccherifici sui 19 in attività. La riduzione della disponibilità di melasso e zucchero industriale – è precisato ancora, si è verificata negli stessi anni in cui è aumentata la loro richiesta per la produzione di elettricità da biomassa e di bioetanolo, favorita da forti aiuti economici e introducendo così un elemento di notevole concorrenza per il comparto del lievito. Tutto ciò ha quindi portato gli industriali del lievito, non riuscendo facilmente a reperire materia prima in Italia e in Europa, a rivolgersi in Medio Oriente e in Asia con costi molto più alti.
A questo va aggiunto – come ha segnalato il responsabile del Gruppo Lievito Paolo Rossi - che la decisione della Commissione europea di innalzare il “Fuori quota” per le esportazioni da zucchero, passando da 350mila a 1 milione di tonnellate a partire dal 1 gennaio 2012 ha reso ancora più tesi i rapporti tra il settore del lievito e l’Ue. “Nel dettaglio – ha detto Rossi –questa situazione porterà ad un ulteriore diminuzione degli stock di zucchero con evidenti ripercussioni negative sul settore dei lieviti. Ci sembra giusto – ha aggiunto Rossi - lanciare quindi un grido d’allarme. A fronte di ulteriore aumenti dello zucchero – ha concluso - si rischierebbe una crescita del prezzo finale del pane. E da settembre la questione potrebbe diventare spinosa”. E proprio per questo – si legge in una nota – il Gruppo Lievito Assitol, non richiede aiuti finanziari ma propone di rivedere verso l’alto le quote di produzione fissate dall’Ue evitando di accrescere la dipendenza dalle importazioni. Allo stesso tempo Assitol ha pensato di lanciare una campagna di valorizzazione del lievito con la realizzazione di un opuscolo informativo titolato “Il lievito, di origine naturale!”
I dati di mercato del lievito in Italia e all'estero
In Italia il lievito più richiesto e tradizionalmente quello fresco, venduto pressato. Secondo un'indagine di Databank commissionata da Assitol questa tipologia di prodotto è scelta dal 95% dei panificatori italiani. Il motivo di tale preferenza, spiegano gli operatori, è rappresentato dalla resa ottimale del lievito.
Secondo dati Assitol raccolti presso gli associati nel 2010 le vendite si sono attestate sulle 59.000 tonnellate di prodotto fresco contro meno di 1.000 di lievito secco, mantenendosi sugli stessi livelli dell'anno precedente.
L'andamento delle esportazioni colloca l'Italia tra i Paesi più attivi con 28.590 tonnelate di lievito vivo da panificazione e circa 2.800 di lievito secco. Gli acquirenti più importanti per i nostri prodotti sono la Francia, la Grecia, la Spagna e i Paesi dell'Est. Nel 2010 gli esportatori di settore hanno venduto nei Paesi Terzi quasi 6mila tonnellate di prodotto
La produzione mondiale di lievito ammonta a 2.800.000 tonnellate. A trainare il settore è il lievito fresco (2 milioni di ton) contro le 800mila tonnellate di prodotto secco. Dell'intera produzione mondiale un terzo si deve all'Europa che, con le sue 980mila tonnellate di lievito, ha conquistato la leadership del settore.
(Fonte Assitol)