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L'export gratifica il vino tricolore
Sulla base delle ultime rilevazioni Ismea elaborate su dati Istat nel 2012 calcolati introiti per 4,7 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2011, nonostante una riduzione importante dei volumi esportati
Roma- Il vino italiano è in buona salute. Soprattutto all’estero. Sulla base infatti delle ultime rilevazioni Ismea elaborate su base Istat nel 2012 calcolati introiti per 4,7 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2011, nonostante una riduzione importante dei volumi esportati
A varcare i confini nazionali sono stati infatti poco più di 21 milioni di ettolitri di vino, l'8,8% in meno del 2011, per effetto degli alti prezzi unitari e della minore disponibilità di prodotto.
Sono in particolare gli sfusi a subire una riduzione dei quantitativi immessi sul mercato estero (-20,9%) a fronte di valori in crescita del 10,8%. Limitata a un meno 2% la flessione delle vendite oltrefrontiera dei vini imbottigliati che, di contro, hanno segnato una progressione del più 5% in termini monetari.
Scendendo nel dettaglio delle tipologie di vini, le elaborazioni Ismea indicano, sempre in riferimento ai volumi, una frenata sia delle Dop (-2% circa) che delle Igp (-4% circa) sebbene i corrispettivi siano cresciuti di oltre il 4% e di circa il 7%. Buona, invece, la progressione degli spumanti che, dopo un inizio di anno col segno meno, nel secondo semestre hanno recuperato portando i volumi su del 2% rispetto al 2011 (+14% in valore). Allineati al trend degli altri segmenti i vini frizzanti con minori volumi (-5%) affiancati da un incremento dei valori (+3%).
Nonostante la battuta d'arresto, sottolinea l'Ismea, l'Italia conferma la sua leadership mondiale per quantitativi esportati, seguita a breve distanza dalla Spagna, che nel 2012 ha spedito all'estero circa 19 milioni e mezzo di ettolitri (-14% su base annua).
Analizzando le principali destinazioni del vino Made in Italy, si segnala una progressione nel mercato Nord Americano, con le vendite in Usa e Canada in crescita nei valori rispettivamente del 6% e dell'11%. Prosegue a ritmo sostenuto l'aumento nel Far East, in particolare Cina e Giappone, dove l'export tricolore ha messo a segno un più 15% e un più 28%. In Germania e Regno Unito aumenta solo il fatturato (rispettivamente del 4% e del 5%), mentre le quantità esportate si sono contratte del 12% nel Paese teutonico e del 4% in UK.