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Filiera Corta

L'imbarazzo frena la doggy bag

Da un'indagine Waste Watcher risulta ancora lontano l'uso in Italia del contenitore d'asporto dei cibi avanzati nel piatto del ristorante. Tra le motivazioni la vergogna di farne richiesta

Roma-  In Italia la richiesta di portarsi a casa il cibo dopo il pasto in un ristorante genera ancora una sorta di imbarazzo culturale pari al 77% di un campione interpellato da Waste Watcher, Osservatorio nazionale sugli sprechi di Last Minute Market/Swg.  Il dato è stato ufficializzato in occasione del lancio a Roma del progetto “Doggy bag – se avanzo mangiatemi” consistente nell’adozione da parte di diciotto ristoranti della Capitale del contenitore d’asporto utile a portare gli avanzi  del ristorante nella propria abitazione.  La città di Roma fa dunque un primo passo verso un adeguamento internazionale grazie a un progetto, promosso su scala nazionale, di Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) e Slow Food Italia che hanno creato, per il raggiungimento dell’obiettivo,  dei “porta avanzi” d’autore, cioè disegnati secondo un design lifestyle.  Allo stesso tempo è allo studio dell’associazione internazionale guidata da Carlo Petrini per la Guida ristoranti 2017 di aggiungere accanto ai simboli di valutazione esistenti quello relativo all’adozione della Doggy Bag. L’iniziativa, partita su Milano con 40mila contenitori con il coinvolgimento di 80 ristoranti e su Bergamo (35 locali), prevede una dotazione di Doggy Bag gratuita  per i ristoratori.

Nello specifico l’indagine effettuata evidenza  che il 41% degli interpellati alla domanda per quale motivo non si fa dare il vino e il cibo che avanza risponde che si imbarazza. La convinzione però che il cibo o il vino avanzati al ristorante rappresentino uno spreco che può essere evitato grazie alla possibilità di portare a casa quanto rimasto nel piatto o nella bottiglia  è di  tre italiani su quattro. Il primo freno alla diffusione in Italia della sportina porta avanzi rimane, quindi, quello dell’imbarazzo, solo il 9% infatti dichiara di farsi dare “sempre” il cibo o il vino avanzati. Partendo dunque dalla considerazione che oggi lo spreco sulla tavola dei ristoranti, senza contare gli avanzi della cucina, è pari a un 4%  lo studio evidenza che  il 39% degli intervistati crede che nei locali si sprechi troppo, ma allo stesso tempo il 37% non ha mai sentito parlare di Doggy Bag contro un 63% che è conoscenza del contenitore d’asporto. Allo stesso tempo sei italiani su dieci pensano che la Doggy Bag sia utile, ma il 24% afferma che i ristoranti non sono attrezzati sottolineando nello specifico che farebbero resistenze ad adottarla per i costi dei contenitori (32%), perché la considerano una perdita di tempo (29%), perche hanno paura di abbassare l’immagine del locale (18%), hanno difficoltà a organizzare il servizio (17%), le porzioni sono piccole e difficilmente avanza cibo (4%).

Alla richiesta poi se sarebbero disposti a pagare un sovraprezzo per poter disporre della doggy bag il 21% risponde affermativamente se entro una spesa di 0,50 centesimi, il 24% entro l’euro, un 5% a prescindere dal prezzo e un 50%  ritiene che il servizio debba essere pagato dal ristoratore. Quasi il 70% dei clienti si dichiara poi molto o abbastanza convinto che il ricorso alla doggy bag prenderà piede anche in Italia e oltre il 60% degli italiani ritiene che una doggy bag di design potrebbe aiutare “molto” o “abbastanza” a superare l’imbarazzo.  Una percentuale vicino al 90% sostiene infine che sarebbe utile una campagna di sensibilizzazione sull’argomento. Sul riutilizzo della Doggy Bag il 55% dichiara di volerla utilizzare per portare il pranzo in ufficio (soprattutto donne) e un 55% per conservare cibo in frigo (in maggior parte uomini).

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in data:29/10/2015

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