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La "guerra del latte" arriva nelle città
Gli allevatori italiani porteranno le proprie mucche a rischio di estinzione davanti ai supermercati e ai centri commerciali per fare conoscere da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali
Roma- “La guerra del latte si estende dalle industrie ai supermercati in tutte le regioni per fare conoscere ai cittadini i motivi della mobilitazione che sta impegnando decine di migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle e gli effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti.” Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo dal presidio degli allevatori a Ospedaletto Lodigiano (Lodi) davanti al centro di distribuzione della multinazionale del latte francese Lactalis che ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori e che ha annunciato- riporta in una nota l’organizzazione agricola- di voler sospendere strumentalmente il ritiro del latte ad alcune stalle ma non certo di interrompere l’arrivo di latte o derivati stranieri dalle frontiere da trasformare o impacchettare con i marchi del Made in Italy che nel tempo si è comperata.
"Lactalis Italia- spiega infatti il gruppo lattiero-caseario francese confermando la dichiarazione di Coldiretti- e' stata costretta - suo malgrado - a sospendere il ritiro del latte ad alcune stalle conferenti al termine del secondo giorno di blocco del magazzino di distribuzione di Ospitaletto Lodigiano". "La produzione di formaggi freschissimi, infatti - sottolinea Lactalis Italia - non consente oltre una giornata di stock di prodotto. Oggi, terzo giorno del blocco, e' stato necessario ridurre la produzione degli stabilimenti, e, di conseguenza, diminuire del 7% la raccolta del fabbisogno giornaliero di latte, limitando al minimo il disagio per i propri conferenti latte". "Qualora il blocco del magazzino di distribuzione si dovesse protrarre - conclude l'azienda - Gruppo Lactalis Italia sara' costretta a ridurre progressivamente la produzione di formaggi freschi e, di conseguenza, la raccolta del latte".
Domani, martedì 10 novembre, dalle ore 9,30 gli allevatori italiani in tutta Italia porteranno quindi le proprie mucche a rischio di estinzione davanti ai supermercati e ai centri commerciali per fare conoscere, anche ai piu’ piccoli, da dove viene il latte e come si ottengono i formaggi senza polveri o semilavorati industriali. L’ incontro con i consumatori al momento di fare la spesa ha anche l’obiettivo di dare di utili consigli nell’acquisto di prodotti lattiero-caseari per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy. Sotto accusa il latte, lo yogurt e i formaggi spacciati come italiani per la mancanza di una normativa chiara in etichetta, ma anche per l’utilizzo di sottoprodotti, dalle cagliate alle caseine, che mettono a rischio la qualità.
Se a Roma nella Capitale l’appuntamento è al Centro Commerciale Euroma 2 in via Paride Stefanini/ via Carlo Levi incrocio via Cristoforo Colombo con il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo a Torino ci si trova in Via Traiano 10 al Supermercato Esselunga, mentre a Bologna al Centro Commerciale Vialarga in Via Larga 10 - Ipermercato Conad Pianeta e aVenezia a Mestre in Via Pionara 19 al Campo Grande Ipercoop. Ma gli allevatori saranno presenti nei centri commerciali anche di altre città da Milanoa Bari.
Intanto anche Confagricoltura ha attivato a Corteolona (Pavia) un presidio permanente, che proseguirà anche nei prossimi giorni, per denunciare la situazione drammatica in cui versano le aziende zootecniche. Sostegno è venuto dal ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina e dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, intervenuti presso il presidio.
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