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La Russia elimina dal menù i prodotti made in Ue
Deciso dall'ex Unione Sovietica un embargo ai prodotti alimentari provienienti dall'Unione europea. Nelle misura rientrano anche quelli Usa. Le esportazioni europee valgono 11,9 miliardi di euro
Roma- Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Può essere interpretato in questi termini l’embargo russo della durata di un anno a gran parte dei prodotti alimentari provenienti dai Paesi Ue e dagli Stati Uniti, in risposta alle sanzioni occidentali contro Mosca per “l’affaire Ucraina”. L'embargo riguardera' la frutta, i vegetali, la carne, il pesce, il latte e il prodotti caseari importati da Usa, Ue, e anche da Australia, Canada, e Norvegia. Sul piano degli affari commerciali il peso della bilancia dice che le esportazioni alimentari europee (compresi liquori compresi) verso la Russia sono pari a 11,9 miliardi di euro (15,9 miliardi di dollari).
In totale la Russia ha importato 315 miliardi di dollari di beni nel 2013, piazzandosi come sedicesimo paese importatore del mondo. La maggior parte delle importazioni, il 16,9%, proviene dalla Cina, e non viene toccata dalla guerra di sanzioni con l'Occidente provocata dalla crisi ucraina. Al secondo posto c'è la Germania con il 12%, seguita da Stati Uniti (5,3%), Ucraina (5%) e Italia (4,6%). La maggior parte dei beni importati dalla Russia, pari al 44,9%, è composta da equipaggiamento e macchinari necessari al funzionamento della prima fonte di ricchezza di Mosca: la produzione energetica e mineraria (petrolio, gas naturale, carbone e metalli preziosi). Seguono le sostanze chimiche (12,8%) e i beni di consumo (12,2%). Le importazioni alimentari sono al quarto posto e valgono il 10,9%.
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