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La burrata di Andria è Igp
La Burrata di Andria conquista l'Igp, l'Indicazione Geografica Protetta. A darne notizia è la Commissione europea, che ha dato l’ok all’iscrizione del formaggio, a base di latte vaccino, nella lista delle Igp, insieme all'asparago della Vale of Evesham, coltivato nella zona del Worcestershire, in Inghilterra. La burrata è un prodotto tipico delle Puglie ed ha avuto origine, secondo quanto riporta il disciplinare di produzione, a causa di una forte nevicata, che impedì di portare il latte dalle masserie in città (il disciplinare parla dei primi decenni del Novecento, mentre una brochure scaricabile on line dell'Associazione Produttori Burrata di Andria fa risalire l'episodio alla nevicata del febbraio 1956).
Per non sprecarlo- si legge in una nota- il casaro Lorenzo Bianchino, che aveva una masseria nei pressi di Castel del Monte, seguendo il concetto di produzione delle manteche (involucri di pasta filata stagionata in cui viene conservato il burro), prese la panna che affiorava e creò un 'sacchetto' di pasta filata, all'interno del quale pose la stracciatella, fatta con la panna mescolata con i residui di lavorazione della pasta filata, detti sfilacci. Il tutto- si precisa ancora- viene legato con un filo di rafia; in passato si usavano anche delle foglie di asfodelo, una pianta molto diffusa nelle Murge, per indicarne la freschezza (finché non appassivano, il formaggio poteva essere consumato) e per conferire alla burrata un gusto caratteristico. Secondo il disciplinare di produzione, una delle prime segnalazioni del formaggio risale ad una Guida del Touring Club Italiano del 1931