Filiera Corta
La crisi non salva neanche la pausa caffè
Con la crisi economica, secondo i dati della Fipe, gli italiani stanno abbandonando l’abitudine tanto amata di gustarsi un buon aroma . Consumi in diminuzione nei bar, nei locali e nei ristoranti. L’espresso tocca la soglia del costo di un euro
Roma – Dalla crisi non si salva neanche la pausa caffè. A dare l’avvilente notizia è la Federazione pubblici esercizi (Fipe). L’organismo segnala una crisi del consumo, tradizionalmente sostenuto dall’abitudine tutta italiana di gustare un buon aroma . Una tendenza – sostiene ancora la federazione che è in linea con il momento di crisi economica e con un calo generalizzato delle consumazioni nei locali e ristoranti . A tutt’ oggi- si precisa – che l'espresso nelle penisola e' arrivato a costare un euro.
Fipe assicura però che tale soglia non verrà sorpassata anche perché – dice il presidente Lino Stoppani sarebbe autolesionismo. Non vi sono – precisa ancora tensioni sul prezzo del prodotto, in un momento di crisi il barista lima i costi e non pensa a ulteriori aumenti''.
Andando ad analizzare nel dettaglio la situazione si rileva però che a giugno scorso la caffetteria ha incrementato i prezzi del 2,7% rispetto a un anno fa, ecco quindi lo scatto dell'espresso dai canonici 80 centesimi a un euro: al di sotto o al di sopra, dipende poi dal locale. Un prezzo –spiega comunque la Fipe, ben al di sotto dell'inflazione generale (+3,3% nel periodo). Per la prima volta poi, caffe' e quotidiano- incalza Stoppani - non viaggiano accoppiati come da tradizione. La tazzina si smarca dall'incremento del prezzo del giornale, salito a 1,20. La domanda interna e' sistematicamente crollata, ci salvano un po' i turisti ma la barriera dell'euro – conclude - e' difficile da superare.
Ad accorgersi del taglio di abitudini degli italiani ed europei, causa la crisi, sono soprattutto gli osservatori d'oltreoceano: gli europei tirano la cinghia sull'amata tazzina, scrive il Wall Street Journal. Dunque, si segnala - anche se il consumo pro-capite di caffe' degli europei resta il piu' alto al mondo sale la domanda per le qualita' meno costose. Una situazione che ha portato a una indubbia ripercussione su prezzi: i chicchi di arabica quest'anno sono in calo 30%, mentre il costo di quelli robusta - di qualita' piu' bassa - sono aumentati del 18%. Un aumento che gli operatori del settore attribuiscono alla maggiore domanda europea per questo tipo di chicchi meno costosi.
In ogni caso all’italiano resta il primato del miglior consumatore al bancone con 5,8 chilogrammi di caffe' procapite. Va aggiunto inoltre che l'Italia si accaparra il 7% dei consumi mondiali, e il consumo nei circa 160mila bar e caffe' italiani rappresenta il 25% del totale nazionale.