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La tradizione non tradisce la Festa del primo maggio
Il prezzo-secondo Coldiretti-resta stabile tra 1,5 e 2,5 euro/chilo. Consumate nel ponte mille tonnellate
Roma - Produzione di fave in lieve calo, ma prezzi stabili al dettaglio, tra gli 1,5 e i 2,5 euro al chilo, nell’anno (bisestile) della crisi economica. E’ quanto rileva la Coldiretti in occasione della Festa del primo maggio nel corso della quale spariranno quasi mille tonnellate di fave fresche consumate soprattutto nelle regioni del Centro Italia, spesso nel tradizionale abbinamento con il pecorino.
Per le fave non è un anno particolarmente favorevole – sottolinea la Coldiretti – dal momento che – tra leggenda e climatologia – l’anno bisestile determina un attaccamento al contrario del seme all’interno del baccello, con il filetto rivolto verso il basso, che si traduce in campagna in una resa produttiva inferiore rispetto al solito. Sembra che anche le fasi lunari abbiano una qualche influenza nel determinare questa particolarità sull’immancabile compagno delle gite fuori porta che non sembrano frenate dal tempo incerto: quasi un italiano su due trascorrera’ la ricorrenza del primo maggio facendo una passeggiata, una gita fuori porta o un picnic all’aria aperta, secondo un sondaggio on line sul sito ww.coldiretti.it.
L’abbinamento fava-pecorino unisce - conclude la Coldiretti - due prodotti della tradizione agroalimentare nazionale conosciuti entrambi fin dal tempo degli antichi romani ed è irrinunciabile in molte regioni come Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Per i pecorini, Sardo e Romano, i prezzi sono sostanzialmente stabili, ma la qualità del prodotto, soprattutto di quello più fresco è sicuramente ottima