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Lattiero-caseario: l'export aiuta un comparto da 100mila addetti

I dati del primo bimestre 2014 confermano che i formaggi italiani continuano a espandere la loro presenza nel mondo. Rispetto al periodo gennaio/febbraio 2013 le vendite all'estero sono aumentate del 6,0% a volume e dell’8,4% a valore

Roma- Un segno meno su tutto il fronte. Il mercato interno del lattiero-caseario accusa perdite in tutti i suoi segmenti, ma continua ad essere controbilanciato dal buon momento dell’export con il 32 per cento dei formaggi prodotti in Italia venduti all'estero. Insomma lacrime e sangue per il comparto nella propria terra e profuno di trionfo in casa estera soprattutto in Francia, rivale storico del Belpaese, e in America.

Dati alla mano nel 2013 rispetto al 2012 è diminuita del 5% la produzione di latte pastorizzato (che rappresenta il 42,8% dei 2,66 miliardi di litri totali). Quella del latte a lunga conservazione è calata del 2% (57,2% del totale nazionale). Bilancio di segno negativo anche per la produzione complessiva di formaggi. La mozzarella e gli altri formaggi freschi a pasta filata si confermano i leader a livello produttivo, con oltre 220.000 tonnellate, in calo dell’1,8% rispetto al 2012. Tra i freschi, il secondo posto spetta alla crescenza (95.000 tons) seguita dal mascarpone (50.000 tons). Quanto alla mozzarella di bufala, quella Campana Dop ammonta a 37.302 tons, cui si affiancano le 12.300 tons di quella non Dop.

Le principali Dop italiane hanno chiuso il 2013 con un calo del 2,75% delle produzioni, scese a quota 483.000 tonnellate. Il Grana Padano si è riconfermato il formaggio Dop leader per produzioni, con il 36% dei volumi complessivi del settore. Seguono il Parmigiano Reggiano con il 27,4%, il Gorgonzola con il 10,4%, la Mozzarella di Bufala Campana con il 7,7%, il Pecorino Romano con il 5,1% e l’Asiago con il 4,6%.

Tra gli altri formaggi spiccano le caciotte (23.000 tons), l’italico (10.000 tons), i formaggi ovini (25.000 tons) e quelli caprini (6.144 tons), i formaggi a pasta dura (13.750 tons) e quelli a pasta filata (10.500 tons).

Sul versante estero i dati del primo bimestre 2014 confermano che i formaggi italiani continuano a espandere la loro presenza nel mondo. Rispetto al periodo gennaio/febbraio 2013, l’export è aumentato del 6,0% a volume e dell’8,4% a valore, arrivando a quota 47.145 tonnellate e 314 milioni di euro. Rispetto al trend registrato negli ultimi anni, i formaggi italiani sono riusciti a migliorare le loro quotazioni di mercato, registrando un aumento dei prezzi medi, soprattutto in alcuni mercati-chiave come la Francia e gli Stati Uniti. A livello di destinazioni, anche nel primo bimestre 2014 i nostri principali mercati di sbocco continuano a essere trainanti per l’export caseario italiano. A crescere sopramedia sono soprattutto la Gran Bretagna, la Spagna, il Belgio e la Svizzera, ma ottimi risultati in ambito extra-Ue sono stati raggiunti anche in Russia (+23% a volume sul primo bimestre 2013) e in Giappone (+17,5%). Quanto al trend delle diverse tipologie di formaggi, le performance sono particolarmente positive per mozzarelle e formaggi freschi e per Pecorino e Fiore Sardo, che registrano tassi di crescita ben superiori alla media del mercato.

E oggi – come spiega il delegato della presidenza di Assolatte Adriano Hribal “il 32% dei formaggi prodotti in Italia venduto all’estero genera un giro d’affari che, per la prima volta nella storia, ha superato i 2 miliardi di euro. Le nostre aziende-dice ancora- vendono formaggi ai francesi (la Francia è il nostro primo mercato di sbocco e nel 2013 è cresciuta del 7,6% a volume), e agli americani (siamo il primo paese per export di formaggi negli States). E hanno iniziato a consegnare latte e latticini a indiani, giapponesi e cinesi”.

Nel suo quadro d’insieme il comparto, con i suoi 15 miliardi di euro di fatturato -spiega Assolatte (250 imprese che rappresentano il 90% del fatturato) in occasione dell’assemblea annuale- ha assicurato un lavoro a oltre 100.000 persone (tra personale diretto e indotto) e garantito il reddito degli allevatori italiani visto che tutto il latte disponibile nel nostro Paese viene raccolto e trasformato proprio nei 1944 stabilimenti lattiero-caseari presenti in tutto il territorio nazionale. In tutto sono ben 10,7 miliardi di litri di latte, che coprono l’87% del fabbisogno delle aziende di trasformazione. Complessivamente, nel 2013 le imprese italiane hanno lavorato 12,68 miliardi di litri di latte con cui hanno realizzato: oltre 2,6 miliardi di litri di latte confezionato, 1,6 miliardi di vasetti di yogurt, 160 milioni di kg di burro, 1 miliardo di kg di formaggi freschi e stagionati e tanti altri latticini, come panna, ricotta e mascarpone.  Per garantirne la qualità e la sicurezza di tutti questi prodotti le imprese lattiero-casearie italiane- si spiega inoltre- investono oltre 282 milioni di euro l’anno in attività di controllo.

ASSOLATTE, RINNOVATE LE CARICHE SOCIALI

L’assemblea annuale di Assolatte (Associazione italiana lattiero casearia) ha provveduto all’elezione delle cariche sociali per il triennio 2014/2016.

Giuseppe Ambrosi è stato riconfermato alla presidenza. Alla vicepresidenza sono stati designati Luigi Prevosti, Guido Zanetti e Antonio Auricchio (vicepresidente vicario). L’assemblea ha provveduto anche alla nomina dei membri del consiglio direttivo di Assolatte.

Adriano Hribal è stato confermato consigliere delegato della presidenza.

in data:05/06/2014

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